Sulle tavole dell’antica Pompei arrivavano anche spezie d’importazione e animali esotici
POMPEI. Nella Pompei di duemila anni fa accanto a lenticchie, olive, pesce, noci si mangiavano anche ricci, fenicotteri e… giraffe! Sono solo alcune delle “stranezze” dell’alimentazione antica portate alla luce da un team di ricercatori dell’università americana di Cincinnati, guidato dall’archeologo Steven Ellis.
Gli studiosi hanno scavato per circa un decennio una ventina di edifici vicini a Porta Stabia che, in buona parte, a loro avviso, erano ristoranti e taverne. Le latrine e le fogne che erano dietro i banchi di vendita hanno quindi restituito resti di cibo mineralizzati o carbonizzati dalle cucine, alcuni addirittura datati al IV secolo avanti Cristo, quando la città era ai suoi primi stadi di sviluppo.
I risultati delle analisi realizzate nello scavo sui resti di cibo trovati nella spazzatura e nelle fogne sono stati poi presentati all’ultimo convegno dell’Archeological Institute of America a Chicago.
«L’immagine tradizionale di una massa di poveracci che girava per le strade alla ricerca di qualsiasi scarto di cibo non corrisponde alla realtà, quanto meno alla realtà di Pompei», ha detto l’archeologo Ellis.
I ricercatori americani, infatti, hanno scoperto resti di cibo tipici di una sana dieta mediterranea. Granaglie, frutta, lenticchie, pesce locale, noci, uova, ma anche – e ciò è stato davvero sorprendente – una serie di alimenti esotici, tra cui la gamba di una giraffa.
«L’unica mai rinvenuta in uno scavo archeologico di età romana in Italia», ha commentato lo studioso secondo cui «il fatto che questa parte di animale macellato sia finita nella spazzatura di una cucina ci dice molto sul commercio a lunga distanza di animali esotici e sulla ricchezza e la varietà della dieta dell’epoca».
D’altra parte la Pompei seppellita dal Vesuvio nel 79 d.C. era una città molto attiva e vitale sotto il profilo del commercio marittimo e quindi non stupisce il fatto che sulla tavola degli antichi pompeiani arrivassero cibi, animali e spezie “d’importazione”.