Pompei e l’Europa: la mostra che racconta l’influenza della città antica su artisti e letterati
POMPEI. Sarà visitabile fino al 31 ottobre 2015 “Pompei e l’Europa 1748-1943”, la mostra voluta dal Soprintendente di Pompei, Massimo Osanna, che si snoda in un duplice itinerario, al Museo Archeologico Nazionale di Napoli e in contemporanea all’Anfiteatro di Pompei, e si affianca per importanza e prestigio al programma di eventi previsti per Expo Milano 2015.
Un grande progetto espositivo per raccontare la suggestione evocata dal sito archeologico di Pompei sugli artisti e nell’immaginario europeo, dall’inizio degli scavi nel 1748 al drammatico bombardamento del 1943. La mostra, partita il 27 maggio 2015, evoca la storia della città vesuviana, inesauribile fonte d’ispirazione, in un costante confronto tra il versante delle arti e quello degli scavi; un dialogo fra archeologi, storici dell’arte, dell’architettura e della letteratura, tutti chiamati a raccontare la vicenda unica della riscoperta di Pompei.
Promossa dalla Soprintendenza di Pompei e dalla Direzione Generale del Grande Progetto Pompei, con la Soprintendenza Archeologica di Napoli, la rassegna – organizzata da Electa e il cui allestimento è affidato a Francesco Venezia, che ha progettato una grande piramide realizzata nell’Anfiteatro – si articola come un vero e proprio viaggio, grandioso e complesso, in cui l’antico dialoga con il moderno, la natura con le arti e l’archeologia.
Per l’occasione sono partiti gli interventi di restauro dei calchi delle vittime dell’eruzione, previsti nell’ambito del Grande Progetto Pompei, che interesseranno tutti gli 86 calchi di Pompei, di cui oltre 20 sono stati esposti in occasione della mostra “Pompei e l’Europa. 1748-1943”, inaugurata ieri 26 maggio.
I calchi in esposizione in alcuni edifici di Pompei (Macellum, Granai, Terme Stabiane, Villa dei Misteri) saranno temporaneamente trasferiti al laboratorio di restauro della Soprintendenza per essere sottoposti a interventi di risanamento e di studio.
Il cantiere sarà organizzato presso la sede del Laboratorio e nell’adiacente area dell’Insula Ocidentalis, con ulteriori cantieri allestiti in situ presso l’Orto dei Fuggiaschi e nei pressi di Porta Nocera. L’intervento, il primo che riguarda contemporaneamente tutti i calchi pompeiani, oltre a consentire la ricomposizione di alcuni di loro ritrovati in frammenti, come quelli presso via di Nola, prevede indagini a raggi X, studi specifici sul Dna, ricostruzioni con laser scanner.