La Domus della Fontana Piccola a Pompei: la casa mostrava lo status sociale del padrone
POMPEI. Nel suo impianto originario di inizio I secolo a.C. la Casa della Fontana Piccola conserva il tipico schema della casa “ad atrio”, fondato sull’asse ingresso-atrio-tablino-peristilio; in epoca augustea l’annessione della dimora posta a nord consente la creazione di un atrio minore.
La successione degli ambienti è organizzata in modo tale che l’ospite, appena entrato, potesse intuire l’elevato stato sociale del padrone della dimora, collocata in una posizione importante lungo Via di Mercurio.
Dall’ingresso, inoltre, è possibile scorgere la splendida fontana che, oltre a dare il nome alla Domus, decora il giardino della parte posteriore. La preziosa fontana, restaurata nel 2015, è rivestita di mosaici colorati e conchiglie ed è ornata dalla statua bronzea di un pescatore e di un Amorino (esposti in copia).
L’allestimento del giardino-peristilio, che con la sua elegante decorazione parietale in IV stile, caratterizzata da paesaggi ed edifici marittimi (forse una raffigurazione dell’antico porto di Pompei) circonda la splendida fontana-ninfeo decorata con mosaici a pasta vitrea e conchiglie, è frutto della sistemazione risalente alla fine del I secolo a.C.
Sull’atrio si aprono quasi tutte le stanze; il tetto presente falde inclinate all’interno (compluvium) per raccogliere l’acqua piovana in una vasca al centro del pavimento (impluvium) e da qui nella sottostante cisterna, da dove essa poteva essere recuperata.
La Casa della Fontana Piccola è stata scavata tra 1826 e il 1827. Le coperture in cemento dei due atri, riposizionate all’altezza originaria, risalgono ad un restauro del 1971 e restituiscono la percezione della volumetria antica dell’abitazione.
Nel 2015, invece, la Domus della Fontana Piccola è stata interessata da un intervento globale che ha riguardato lavori di consolidamento strutturale e architettonico, nell’ambito del Grande Progetto Pompei (per 200mila euro) e da un mirato intervento (per 40mila euro) di restauro degli splendidi apparati decorativi, realizzato in tre lotti successivi e finanziato dalla Fondazione “Città Italia”. È stata riaperta dalla fine di maggio del 2015, al termine dei restauri.