La scienza al servizio dell’archeologia: i calchi delle vittime di Pompei studiati con la Tac

POMPEI. La scienza medica al servizio dell’archeologia. I calchi in gesso delle vittime dell’eruzione di Pompei saranno sottoposti a scansione con la tomografia assiale computerizzata (Tac) con l’obiettivo di studiare le ossa contenute all’interno degli involucri in gesso e scoprire così età, eventuali patologie, abitudini alimentari e stili di vita degli antichi pompeiani (foto e video alla fine dell’articolo).

Si tratta di un progetto, praticato per la prima volta e dall’alto valore scientifico, che rientra nell’ambito del cantiere di restauro e valorizzazione dei calchi delle vittime di Pompei, avviato nel mese di agosto 2015.

L’intervento vede, per la prima volta nella storia degli Scavi, condurre un intervento di restauro simultaneo sulla quasi totalità dei calchi pompeiani (in totale 86), provenienti dai vari edifici dell’area archeologica e dai depositi della Soprintendenza.

I calchi su cui si effettuerà lo studio tomografico total body, verranno selezionati tenendo conto che l’apertura massima del bore di scansione dell’apparecchiatura (una macchina di ultima generazione messa a disposizione dalla Philips Spa Healthcare) è di 70 centimetri. Per i calchi  che presentano posizioni degli arti che superano questa misura, verrà comunque effettuata la scansione del cranio e del torace.

Lo studio radiologico servirà ad acquisire immagini volumetriche multistrato della parte interna dei calchi per poi ricostruirle con potenti server del tipo utilizzato per la diagnostica per immagini cliniche.

Una delle difficoltà dell’operazione è rappresentata dalla densità del gesso utilizzato per la tecnica del calco, che nel tempo è stata molto variabile: basti pensare che i primi calchi risalgono al XIX secolo. Tale densità, simile a quella delle ossa che hanno quasi duemila anni, costituisce un ostacolo da affrontare nella post-elaborazione dei dati ottenuti con la moderna tecnologia.

Nello specifico, l’apparecchiatura utilizzata è una moderna Tac da 16 strati modello Mx16 con un potente tubo radiogeno da 5.0 mhu che può effettuare scansioni volumetriche total body in soli 100 secondi.

Dispone anche di uno speciale algoritmo di acquisizione per eliminare eventuali corpi metallici (m.a.r.) sulle immagini. Normalmente viene utilizzato per gli esami effettuati su pazienti portatori di protesi, ma in questo ambito risulta utilissimo per eliminare gli artefatti rappresentati dagli elementi metallici di rinforzo che nel tempo gli archeologi hanno inserito nei calchi.

Inoltre, verrà installato il sistema di post-elaborazione Philips Intellispace Portal,  dotato di specifici software per le ricostruzioni 3D degli scheletri e delle arcate dentarie. Proprio i denti delle vittime, sono al centro di questo straordinario studio sugli abitanti dell’antica Pompei: gli scheletri delle vittime (sottoposti a Tac o meno) saranno anche oggetto di specifiche indagini a cura di specialisti odontoiatri.

Fin dall’antichità, infatti, l’esame dei denti si è rivelato fondamentale nell’identificazione individuale. Nella storia della medicina legale, d’altra parte, sono numerosi i casi di riconoscimenti effettuati attraverso la dentatura.

Gli elementi dentali costituiscono la parte più resistente dell’organismo umano. Le loro caratteristiche anatomiche, patologiche e terapeutiche li rendono unici per ogni individuo e quindi un ottimo strumento identificativo. Essi possono fornire informazioni su abitudini di vita nonché sulle occupazioni.

Infatti sia le une che le altre possono lasciare un indelebile marchio sugli elementi dentari facilitando così l’identificazione di un cadavere (è il caso, ad esempio, di suonatori di strumenti a fiato, fumatori di pipa, carpentieri…).

Inoltre, attraverso l’analisi morfologica e dimensionale degli elementi dentali si può giungere alla determinazione di specie, sesso ed età. Dalla dentatura possono ricavarsi anche informazioni relative alla zona geografica di provenienza e alle condizioni socioeconomiche di una persona.

E non è tutto per quanto riguarda lo studio dei calchi. Oltre alle Tac, laddove consentito dalle condizioni, si è infatti già proceduto anche a rilievi scanner-laser di tutti i calchi. Le scansioni laser, ottenute con tecniche digitali d’avanguardia, offrono una visione tridimensionale di grande impatto e consentono di leggere le variazioni nel tempo dello stato di conservazione.

Inoltre, in scala 1:1, attraverso l’impiego di sensori per la lettura tridimensionale della superficie, si stanno riproducendo dieci repliche di calchi in Pla (polimeri derivati da amido di mais).

Il progetto globale di restauro dei calchi, finalizzato alla conservazione ma anche allo studio dei reperti, sta interessando molteplici interventi e discipline a più livelli, coinvolgendo archeologi, restauratori, antropologi, radiologi, odontoiatri, ingegneri per rilievi scanner-laser e un tecnico di cartografia ed informatica.

L’attività dell’antropologo, in particolare, al fine di delineare un profilo bioantropologico e genetico individuale, sarà di supporto al riposizionamento delle parti anatomiche da ricostruire e suggerirà nel contempo le più adeguate indagini conoscitive biologiche, biochimiche e chimico-fisiche.

I cantieri sono allestiti prevalentemente presso il Laboratorio di Restauro della Soprintendenza e nell’adiacente area dell’Insula Occidentalis, con ulteriori cantieri in situ presso l’Orto dei Fuggiaschi e nei pressi di Porta Nocera. Le indagini si svolgono oltre che in loco, anche in appositi laboratori esterni o, come nel caso della Tac, in cantieri temporanei allestiti per l’occasione.

A corredo delle attività è in corso di realizzazione un video-documentario didattico-scientifico e un volume, al cui interno saranno inserite le schede conservative di tutti i calchi e i risultati delle indagini Rx e Dna, per meglio conoscere la persona che si “nasconde” nel gesso. Foto: fonte Soprintendenza archeologica Pompei.

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Marco Pirollo

Marco Pirollo

Giornalista, nel 2010 fonda e tuttora dirige Made in Pompei, rivista di cronaca locale e promozione territoriale.

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