Faraoni, amuleti e divinità egizie esposti a Pompei: l’imperdibile mostra sull’Egitto

POMPEI. Inaugurata lo scorso 20 aprile, sarà visitabile fino al prossimo 2 novembre 2016, nella Palestra Grande della città antica, l’inedita mostra “Egitto-Pompei”, che ha l’obiettivo di mettere in evidenza le relazioni intercorse tra queste due grandi civiltà del Mediterraneo antico.

Nata dalla collaborazione tra il Museo Egizio di Torino, la Soprintendenza di Pompei e il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (con l’organizzazione di Electa), la mostra propone degli imperdibili reperti egizi risalenti all’epoca dei faraoni, ma anche di età ellenistico-repubblicana e imperiale.

La Palestra Grande (nello scenografico allestimento firmato dall’architetto Francesco Venezia) accoglie 8 statue monumentali del periodo di massimo splendore della civiltà egizia, chiamato “Nuovo Regno” (XVI-XI sec. a.C.).

Provengono da Tebe, infatti, principale centro religioso dell’epoca, la magnifica statua seduta del faraone Thutmosi I (XV sec. a.C.), ritrovata nel tempio del dio Amon, a Karnak, e le 7 colossali statue raffiguranti Sekhmet (XIV sec. a.C.), divinità egizia dalla testa leonina misteriosa e inquietante, al contempo potenza devastatrice e dispensatrice di abbondanza.

Queste imponenti sculture in granito – prestate a Pompei dal Museo Egizio – costituiscono una testimonianza straordinaria del mondo della mitologia egizia, oltre a rappresentare il potere faraonico al tempo della XVIII Dinastia.

Da vedere anche i cosiddetti Aegyptiaca e cioè i manufatti e cimeli dell’antico Egitto usati come amuleti in Campania e un’emozionante video-installazione che ripercorre gli scambi culturali, religiosi ed economici intercorsi tra Pompei e l’Egitto dalla fine del II secolo a.C.

La mostra si conclude con frammenti di affreschi pompeiani raffiguranti scene “nilotiche”, con pigmei e animali esotici, per mostrare l’influenza che l’Egitto ebbe ad un certo punto nella vita di Pompei.

E non è tutto, perché nella città antica si snoda un “itinerario egizio”, ovvero un insieme di edifici e di domus (decorate con motivi egittizzanti) capaci di svelare in maniera chiara il rapporto tra Pompei e l’Egitto: per approfondire questo aspetto, infatti, si possono visitare la Praedia di Giulia Felice, la Casa di Octavius Quartio, la Casa del Frutteto, la Casa dell’Efebo, la Casa del Criptoportico, la Casa del Menandro, il Tempio di Iside, la Casa dei Pigmei, la Casa degli Amorini Dorati e la Villa dei Misteri.

Il Tempio di Iside, in particolare, è stato oggetto di allestimenti museografici e multimediali, con la riproduzione di oggetti di arredo, statue e affreschi che originariamente decoravano l’edificio, e con un video di Stefano Incerti, restituendo così tutto il potere suggestivo che ebbe al momento della scoperta, nel 1764.

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Redazione Made in Pompei

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Made in Pompei è una rivista mensile di promozione territoriale e di informazione culturale fondata nel 2010.

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