Pompei, la Domus dei Mosaici Geometrici: il grande complesso residenziale con vista sul Foro
POMPEI. La cosiddetta domus dei Mosaici Geometrici a Pompei rappresenta un grandioso complesso residenziale che si affaccia sul Foro e su via delle Scuole, nel settore nord-occidentale dell’insula 2 della Regio VIII.
Il nome tradizionale della casa, domus dei Pavimenti a Mosaico o dei Mosaici Geometrici, è dovuto alla notevole quantità di mosaici conservati, sia monocromi bianchi sia a decoro geometrico bianco su fondo nero o nero su fondo bianco.
Ai mosaici, appartenenti all’ultimo periodo di vita della casa, si affiancano numerosi pavimenti in graniglia bianca di calcare e soprattutto in cocciopesto, risalenti a una fase più antica; alcuni, di particolare pregio, sono decorati con tessere disposte a disegnare motivi geometrici o vegetali.
Il primo impianto risale al II secolo a.C., ma nella sua ultima fase di vita la Casa del Mosaici Geometrici si presenta come un enorme complesso, nato dalla fusione di più domus originariamente distinte, con ingresso da via delle Scuole, collegate mediante la realizzazione di un grandioso giardino porticato al piano terra e di corridoi, rampe e scale ai piani inferiori.
È dotata di oltre 60 stanze articolate su terrazze che, appoggiandosi sulla cinta muraria, si affacciano in posizione panoramica su Capri e sulla valle del Sarno.
Sono visitabili anche gli edifici municipali del Foro di Pompei, ovvero le tre grandi aule presenti sul portico meridionale del Foro, gravemente danneggiate dal terremoto del 62 d.C. e ancora in ristrutturazione nel 79 d.C.
Esse erano la sede dei duoviri, i principali magistrati cittadini (edificio orientale); la Curia, sede del Senato locale (edificio centrale) e il Tabularium, l’archivio dei documenti pubblici (edificio occidentale).
L’importanza di queste strutture, destinate allo svolgimento di funzioni fondamentali della vita pubblica cittadina, si evince oltre che dalla posizione contigua al Foro Civile e dalle dimensioni, anche dal prezioso rivestimento di pavimenti e pareti in lastre di marmo, particolarmente ben conservate nel Tabularium.
Nuove indagini archeologiche, effettuate durante il restauro nell’ambito del Grande Progetto Pompei, hanno permesso di datare l’edificio al VI secolo a.C., che poi è stato abbandonato probabilmente nel corso del IV secolo a.C.
Inoltre è stato scoperto che nella zona esistevano delle botteghe artigianali attive sino alla metà del II secolo a.C., quando vengono chiuse e sostituite, come avviene sui lati occidentale ed orientale del Foro, direttamente con edifici di tipo pubblico.