Pompeii’s re-birth, il Terzo Paradiso di Pistoletto nella Palestra Grande di Pompei
POMPEI. Nella Palestra Grande di Pompei è stato realizzato, con l’artista Michelangelo Pistoletto, un “Terzo Paradiso” ispirato alla rinascita che la città antica sta vivendo.
L’installazione, realizzata in occasione della Giornata Nazionale del Paesaggio del 14 marzo, (iniziativa del Ministero dei beni culturali per celebrare il paesaggio quale valore identitario del Paese) resterà visibile fino a luglio 2017.
Il segno del maestro ha generato un’azione collettiva che racconta il passato, il futuro e il presente di Pompei: la rinascita del sito che è oggi sotto gli occhi di tutti. L’artista ha incontrato il pubblico raccontando il significato della sua opera e il suo riproporsi continuo in luoghi e contesti sempre differenti.
Pistoletto scrive nel 2003 il manifesto del “Terzo Paradiso” e ne disegna il simbolo, ovvero una riconfigurazione del segno matematico dell’infinito, composto da tre cerchi consecutivi. I due cerchi opposti significano natura e artificio, l’anello centrale è la congiunzione dei due e rappresenta il grembo della rinascita.
Il grande disegno dei cerchi si ispira al Teorema della Trinamica, ovvero la dinamica del numero 3. La combinazione di 2 unità che danno vita a una terza unità, distinta e inedita. Dunque il 3 come rinascita che avviene per combinazione, fortuita o voluta, fra due soggetti.
A Pompei il Terzo Paradiso si integra e si realizza con i materiali che l’hanno costruita nel passato e continuano a trasformarla nel presente e per il futuro.
Nel cerchio del passato figurano lapilli, pomici, tufo, scarti ceramici,la ruota di un mulino ad acqua, residui di gesso dei calchi ma anche materiali di cantiere, attrezzi da archeologi, usati per salvaguardare la storia del sito.
Antenne wi-fi e un computer simboleggiano invece il futuro. Il cerchio centrale è la nuova vita di Pompei, che si rigenera continuamente tra passato e futuro e dove la natura riprende il suo ruolo, con le piante, le erbe e i fiori un tempo coltivati a Pompei e di cui gli studiosi hanno ritrovato i semi tra le ceneri.
I vari materiali sono contenuti in grandi casse di legno da scavo, “i mattoni” di Pompei, poste su una superficie specchiante che metaforicamente riflette il cielo sotto il quale si svolge la vita dell’umanità e che potenzialmente si presta ad osservata dalle stazioni orbitanti nello spazio.