Pompei, la tomba monumentale di Alleius Nigidius Maius a Porta Stabia
POMPEI. La tomba monumentale di Porta Stabia, realizzata poco prima dell’eruzione (motivo per cui si è conservata in maniera eccezionale) e portata alla luce nei primi mesi del 2017, ha rivelato nuovi rilevanti dati sulla storia degli ultimi decenni di vita di Pompei.
Si tratta di una iscrizione sepolcrale nella forma delle res gestae (ovvero recante la descrizione delle imprese realizzate in vita). In questo caso, invece, viene fatto l’elogio del defunto, cosa che a Pompei non ha confronti. Sono ricordate azioni ed attività realizzate in occasione di momenti importanti della biografia del defunto: l’assunzione della toga virile e le nozze.
Eventi celebrati con atti di munificenza: banchetto pubblico, elargizioni di denaro in argento; di monete ai magistrati delle associazioni, e soprattutto grandiosi giochi con combattimenti tra gladiatori e con bestie feroci. Pratica diffusa tra i possidenti per acquisire prestigio e promuovere la propria carriera politica.
Non è un caso che, come l’iscrizione riporta, il defunto abbia poi rivestito la carica di duoviro. Chi è, dunque, il defunto? L’iscrizione purtroppo è priva dell’elemento fondamentale, ma si tratta di Alleius Nigidius Maius, uno dei personaggi più in vista dell’età neroniana-flavia.
Nigidius era un esponente di quella nuova classe dirigente che si afferma in età neroniano-flavia, il quale risulta acclamato più volte a Pompei proprio come prodigo dispensatore di giochi, anzi si può dire sia stato il più noto tra gli impresari di spettacoli gladiatori della città.
Il personaggio, un liberto, è l’esponente principale della classe dirigente degli ultimi decenni di vita della città, affermatosi – grazie all’estrema mobilità sociale di quegli anni – grazie all’adozione da parte della importante famiglia degli Alleii.