L’eterno “terzo tempo” del Rugby Sacro Cuore Pompei
L’obiettivo è aggregare i giovani. E da quest’anno arriva anche la squadra femminile
POMPEI. C’è un motivo se nel rugby non esiste una classifica di cannonieri e a noi l’ha spiegato Giuseppe Sorrentino, vicepresidente dell’Associazione Sportiva Dilettantistica Rugby Sacro Cuore Pompei. «Nel rugby conta la squadra. Le difficoltà si affrontano con l’aiuto del compagno e sono fondamentali i valori del sostegno e della condivisione».
È sulla base di queste idee che si regge il progetto a cui ha dato vita lo stesso Sorrentino nel 2013 insieme a Gennaro Cozzolino, presidente della società. Quattro anni di attività ma già molti motivi di soddisfazione e anche la stagione appena conclusa ha confermato che il percorso intrapreso è quello giusto, nonostante gli ostacoli incontrati lungo il cammino; primo su tutti, l’assenza di infrastrutture adeguate sul territorio pompeiano. I piccolissimi del rugby, dagli Under8 agli Under12, sono ospitati dalla parrocchia del Sacro Cuore di Pompei, grazie alla disponibilità di don Antonio Protano, mentre la squadra Under14 usufruisce del campo del Santa Maria Assunta.
Il vero problema rischiava di essere l’Under16, che invece è riuscita a trovare nella sfortuna un punto di forza: la collaborazione con l’Amatori Rugby Torre del Greco. «Loro avevano la struttura, noi avevamo i ragazzi» ha spiegato Sorrentino, anticipando che si andrà avanti insieme anche il prossimo anno. La capacità di superare le difficoltà è una dote acquisita sul campo: «Continuare ad avanzare nonostante si venga placcati da un avversario non è semplice. Nel rugby già da piccoli si viene addestrati a prendere decisioni istantanee per superare l’ostacolo. Come sport presenta aspetti formativi molto incisivi: il rispetto dell’avversario, del compagno, dell’arbitro. Inoltre è una disciplina che assorbe diverse fisicità».
A dimostrazione di quanto afferma Sorrentino c’è la volontà, da parte della società, di creare una squadra Under14 di rugby femminile. Ma la città di Pompei avverte tutto l’impegno dell’associazione sportiva? Secondo il vicepresidente sono soprattutto le famiglie dei ragazzi a supportare le attività del Rugby Sacro Cuore. «Loro vivono quotidianamente la nostra attività e, siccome il nostro obiettivo è l’aggregazione, creiamo spesso momenti di condivisione per loro».
Tra i più importanti eventi in cui lo spirito aggregativo di questo sport è venuto fuori, Sorrentino ci ha raccontato con grande orgoglio del primo torneo di minirugby organizzato. «Si è svolto a dicembre del 2016, sul campo di Boscotrecase perché a Pompei non potevamo usufruire di strutture. Per l’occasione abbiamo ospitato il Perugia Rugby, con cui siamo gemellati. Da Perugia sono arrivate qui quattro categorie per un totale di circa 120 persone. Hanno partecipato tutte le squadre della Campania e noi ci siamo occupati tanto della parte agonistica quanto dell’ospitalità. È stato molto bello». Altra esperienza significativa per la società fondata da Cozzolino e Sorrentino è stata la realizzazione di più progetti in collaborazione con alcune scuole presenti sul territorio.
Nel rugby c’è una tradizione ormai ben radicata: la squadra che ospita, dopo ogni partita, offre da mangiare a tutti i partecipanti, a prescindere da chi abbia vinto o perso. Si chiama “terzo tempo” e rappresenta il più alto momento di lealtà, sportività e convivialità che gli atleti condividono. A Pompei, grazie al Rugby Sacro Cuore, il terzo tempo sembra durare dal 2013 e promette di avere un lungo e glorioso seguito.