Napoli scopre “Il mondo che non c’era”
Duecento reperti archeologici raccontano l’America prima di Colombo: Maya, Inca e Aztechi
NAPOLI. Napoli “ha scoperto” l’America. Non solo il pomodoro, ma anche il pallone: quanti sanno, infatti che le più grandi passioni dei napoletani sono di origine “precolombiana”? Di vita, costumi e cosmogonie delle culture centro-sudamericane prima di Colombo, raccontano le 200 opere d’arte della Collezione Ligabue esposte al Museo Archeologico Nazionale di Napoli (Mann) nella grande mostra – visitabile fino al 30 ottobre 2017 –, la prima organizzata nel sud Italia, “Il mondo che non c’era”, dagli Olmechi ai Maya, dagli Aztechi agli Inca, popoli che avevano prosperato per migliaia di anni prima della conquistadelle “Indie” che scardinò la visione culturale del tradizionale asse Roma-Grecia-Oriente.
Proprio nella “casa” delle meraviglie pompeiane, quindi, arrivano le rarissime maschere in pietra di Teotihucan, i vasi Maya d’epoca classica, le statuette antropomorfe della cultura Olmeca e le enigmatiche sculture Mezcala. D’altra parte il destino di queste antiche e splendenti civiltà è tristemente noto. In pochi decenni dall’arrivo di Colombo le culture degli Aztechi e degli Inca saranno annichilite con le armi e con la schiavitù e quella dei Taino praticamente annientata. La mostra “Il mondo che non c’era” rende quindi giustizia alla memoria di quei popoli e di quelle civiltà centro-sudamemericane cancellate dalla colonizzazione europea.
Info complete sulla mostra:
www.ilmondochenoncera.it
www.museoarcheologiconapoli.it