Torna visitabile la Collezione Epigrafica del Museo archeologico di Napoli
La raccolta comprende oltre 2.000 documenti in lingua latina, circa 200 in greco ed un centinaio nei dialetti dei popoli italici.
NAPOLI. Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli ha proceduto al riallestimento della Collezione Epigrafica che ha sempre avuto una rilevanza fondamentale per il suo valore storico e di testimonianza del mondo antico. La raccolta comprende oltre 2.000 documenti in lingua latina, circa 200 in greco ed un centinaio nei dialetti dei popoli italici. È composta da materiali di diversa provenienza: i reperti più antichi sono quelli farnesiani con circa 250 epigrafi, nel quale era confluita la preziosa raccolta di Fulvio Orsini, il dotto antiquario e bibliotecario dei Farnese.
La collezione, ereditata da Carlo di Borbone e trasferita a Napoli, venne qui incrementata con altri importanti nuclei di iscrizioni: la raccolta del cardinale Stefano Borgia, proveniente dal Lazio e dall’Umbria, costituita da circa 260 iscrizioni; quella di Francesco Daniele, erudito settecentesco appassionato di numismatica ed epigrafia campana, che riunì numerosi documenti provenienti da Capua e dintorni; la raccolta del vescovo Carlo Maria Rosini, composta da iscrizioni provenienti dall’area flegrea.
L’esposizione, allestita nel 1995 nelle sale CL-CLVII del primo livello seminterrato, propone un’ampia scelta di iscrizioni ordinate per aree culturali. Vi troviamo: quelle dalla Magna Grecia e Sicilia, e da Neapolis; i documenti dell’Italia centro-meridionale nei dialetti italici; i materiali relativi alle leggi ed alla romanizzazione e le iscrizioni di età romana provenienti dall’area vesuviana e da Puteoli.