Nasce Pompei Ristora, il comitato che tutela il turismo e il food “made in Pompei”
Sul tavolo della discussione, quindi, l’adozione di standard qualitativi diffusi e l’individuazione di azioni di rilancio del comparto
POMPEI. Con l’obiettivo di dar voce alle specifiche esigenze ed istanze degli operatori del food “made in Pompei” e più in generale dell’imprenditoria pompeiana, nonché per fissare e condividere lo standard di qualità necessario a una prestigiosa immagine della categoria, è nato il comitato “Pompei Ristora” che questa sera (23 novembre) si è presentato alla città e alle istituzioni nella cornice dello storico ristorante Zì Caterina di via Roma. Sul tavolo della discussione, quindi, l’adozione di standard qualitativi diffusi e l’individuazione di azioni di rilancio del comparto da prendere in maniera condivisa, ma il comitato non ha fatto mistero di essersi costituito volutamente in questo particolare momento storico, in quanto «nei Comuni limitrofi si portano avanti progetti che incideranno molto negativamente sull’economia pompeiana».
Il riferimento, nemmeno tanto velato, è a Maximall Pompei, «il colossale centro commerciale che stanno realizzando nell’area industriale dismessa della Italtubi (di Torre Annunziata, ndr), che ospiterà varie decine di strutture commerciali e ricettive con lo sguardo rivolto al flusso turistico diretto al sito archeologico di Pompei». «Pompei Ristora – fa sapere il comitato in una nota – intende sollecitare e supportare l’Amministrazione comunale in tutte le iniziative che eventualmente potrà e vorrà intraprendere per scongiurare la grave minaccia o, comunque, limitarne gli effetti. Non è per niente tollerabile che su Pompei gravino i costi della pressione urbanistica dovuta al turismo e altre comunità ne traggano beneficio».
Il comitato Pompei Ristora ha adottato una logica di democrazia partecipativa, quindi per statuto non esistono cariche fisse interne ma di volta in volta l’assemblea – per il momento costituita da circa 30 aderenti – designerà un proprio rappresentante nelle sedi in cui l’organismo sarà presente. Ad aprire gli interventi della serata è stato Nando Pelly, imprenditore nel settore della ristorazione, delegato dall’assemblea di Pompei Ristora a rappresentare le istanze del neonato comitato. «Il nome della città di Pompei – ha spiegato – viene in questo modo utilizzato per apportare dei benefici che però ricadranno in un altro territorio diverso, seppur vicino, dal nostro. Per questo crediamo che vada tutelato chi lavora e investe davvero su Pompei. Noi siamo disponibili a collaborare con le istituzioni, a dare delle “linee guida” provenienti dalla nostra categoria, ma è chiaro che la politica deve fare la sua parte».
Il sindaco della città degli scavi e del santuario, Pietro Amitrano, presente alla “prima” di Pompei Ristora, ha assicurato che «L’amministrazione comunale dialogherà con le categorie produttive cittadine e prenderà in considerazione le esigenze che proverranno dal comparto». Il primo cittadino, come già annunciato nei giorni scorsi, ha poi precisato che il Comune intraprenderà tutte le misure possibili per tutelare il nome di Pompei. «Si è parlato molto di questa grande struttura commerciale e molti credono che essa sorgerà sul territorio di Pompei, mentre invece si troverà a Torre Annunziata. Su questo aspetto – ha detto Amitrano – io e il direttore del Parco Archeologico, Massimo Osanna, con cui domani avrò un incontro, siamo sulla stessa linea: siamo cioè concordi sulla necessità di tutelare il “nome” di Pompei e i nostri uffici legali viaggeranno insieme».
Ha chiuso gli interventi il presidente del Consiglio comunale di Pompei, Francesco Gallo, il quale ha spiegato che una comunità cresce «quando esiste un dialogo tra la politica, l’amministrazione comunale e chi produce ricchezza sul territorio. È questa la condizione necessaria per prendere delle decisioni condivise da tutti, in particolare in situazioni come queste quando ci saranno interventi che incideranno in maniera determinate sull’assetto del territorio» ha chiuso Gallo, riferendosi ai tanti progetti in campo per il comprensorio vesuviano derivanti dalla parte del Grande Progetto Pompei che riguarderà la cosiddetta “Buffer zone”.