Il progetto Genius Loci di Ttozoi prende vita nell’Anfiteatro di Pompei – VIDEO

L’iniziativa artistica prevede la realizzazione di opere d’arte attraverso la tecnica della proliferazione di muffe su juta

POMPEI. In occasione dell’evento di inaugurazione di nuove domus restaurate nel Parco archeologico di Pompei, con la partecipazione del ministro Dario Franceschini, sarà tagliato il nastro alla mostra dell’Antiquarium con opere di “Pompei@Madre. Materia Archeologica”, la rassegna del contemporaneo ispirata all’archeologia pompeiana. È il filo rosso del discorso collegato alla contaminazione basata sull’archeologico: il direttore generale del Parco Archeologico di Pompei, Massimo Osanna, ripete frequentemente «Pompei è contemporanea». Considerazione che è anche alla base del progetto “genius loci” del duo Ttozoi (Stefano Forgione e Giuseppe Rossi), curato da Gianluca Marziani, che prevede un prologo di 40 giorni negli ambulacri dell’Anfiteatro di Pompei che sono rimasti per 16 scoli sotto la cenere e i lapilli dell’eruzione vesuviana.

Oggi (19 dicembre) è stata esibita la seconda delle 3 performance artistiche riservate ai tre siti Unesco (Caserta, Pompei e Roma), in un’iniziativa culturale patrocinata dal Ministero dei Beni Culturali (Mibact) che punta alla creazione di opere d’arte informale, con la tecnica della proliferazione naturale di muffe su juta, che viene preparata con acqua, farina ed aggiunta di colore naturale. La tecnica prevede un’impostazione a 4 mani proseguita dalla natura, che raccoglie l’humus dei luoghi nelle muffe catturate dalle tele, mobilitando da una parte il condizionamento emotivo dei due artisti e, sull’opposto versante, riconoscendo al sito archeologico il linguaggio universale della natura.

 

Alla fine arriva esclusivamente un intervento pittorico-estetico. Il risultato finale è sintesi del contributo emotivo dei due artisti campani e dell’imprevedibile intervento naturale. L’umano feconda la materia per coglierne successivamente il frutto/opera d’arte dall’utero monumentale. L’amplesso tra arte e natura (Ttzoi è l’acronimo di due spermatozoi) interviene su superfici circoscritte in cui il limite tra casualità e controllo resta indefinibile. L’integrazione coi luoghi avviene per proliferazione ramificata tra visibile e invisibile. Gli artisti oggi (19 dicembre) si sono esibiti davanti al pubblico illustrando le loro azioni: cospargere le tele di acqua e farina e poi di colore rosso: «Un omaggio a Pompei». Alla fine hanno riposto le tele nelle apposite installazioni (da teche sigillate).

Al loro interno le tele dimoreranno per circa 40 giorni: il Tempo e la Natura faranno il resto, producendo muffe che ospiteranno il genius loci. L’opera d’arte dovrebbe suscitare emozioni paragonabili a quelle della fruizione del sito archeologico (come Pompei) superando confini inesplorati. L’opera informale, realizzata dai due giovani artisti, prevede l’utilizzo di materie organiche (farine varie), acqua e pigmenti naturali su tele di juta che, riposte in particolari teche, favoriranno la proliferazione di muffe che interagiranno con la base creando l’opera d’arte. Alla fine la pittura di radice informale si evolve in un approdo estetico che stravolge il fattore interpretativo delle opere, in cui le apparenze astratte entrano in un processo ad alta valenza figurativa.

Mario Cardone

Mario Cardone

Ex socialista, ex bancario, ex sindacalista. Giornalista e blogger, ha una moglie, una figlia filosofa e 5 gatti. Su Facebook cura il blog "Food & Territorio di Mario Cardone".

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