Franceschini a Pompei tira le somme del Grande Progetto
Al generale Curatoli è toccato aggiornare le statistiche riguardo ai risultati raggiunti: 76 cantieri aperti, di cui 7 saranno conclusi nel 2018
POMPEI. «Prima di me il degrado, con me è partito il riscatto. È una bella storia cominciata 4 anni fa tra difficoltà, crolli e scontri sindacali. Oggi in tutto il mondo viene riconosciuto il lavoro fatto in questi anni» ha dichiarato soddisfatto, nella conclusione degli interventi nel Parco Archeologico di Pompei, il ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Dario Franceschini, che ha inaugurato questa mattina (23 dicembre) gli edifici Domus e Botteghe, la Casa del Triclinio all’aperto e la Casa del Larario Fiorito.
Strutture miste site nell’area commerciale di Pompei che non erano state mai aperte al pubblico. Sono state restaurate nell’ambito del Grande Progetto con il sistema del museo diffuso che consiste nel ricollocare in situ (in espositori) i reperti rinvenuti nelle medesime case che hanno la configurazione dei vari ambienti in forme non rituali, ma sono più funzionali all’attività di bottega con giardini, orti o vigneti attigui alla residenza. Queste tre domus, che portano a 30 il conteggio di quelle complessivamente riaperte al pubblico, saranno da oggi in poi visitabili ogni giorno.
Nell’occasione l’offerta espositiva del Parco é stata arricchita con la sezione pompeiana della mostra “Pompei@Madre. Materia Archeologica” denominata “Work in Progress” perché proseguirà al secondo piano dell’Antiquarium. All’inaugurazione sono intervenuti Massimo Osanna, direttore generale del Parco Archeologico di Pompei, Luigi Curatoli, direttore generale del Grande Progetto Pompei, e Andrea Viliani, direttore generale del Madre – Museo d’arte contemporanea Donnaregina di Napoli. «A Roma c’è la vita in grande dell’impero romano – ha spiegato il soprintendente archeologo Osanna – solo a Pompei, invece, si può studiare la vita della gente comune. A Pompei è tutto contemporaneo. Ecco perché viene rappresentata la sua contaminazione all’arte. Del resto non si può comprendere Pompei se non all’interno del nostro contemporaneo».
Al generale Curatoli è toccato aggiornare le statistiche riguardo ai risultati raggiunti. Ai 76 cantieri che sono stati aperti, di cui 7 saranno conclusi nel corso del 2018, le 30 domus restituite alla fruizione, si sono aggiunti i risparmi conseguiti nell’affidamento dei lavori a terzi e il rispetto della legalità nel corso dell’iniziativa di restauro e messa in sicurezza. Ora finisce il lavoro di restauro all’interno del Parco e parte la valorizzazione all’esterno, nell’ambito del piano strategico che i Comuni esterni all’area archeologica saranno chiamati a realizzare. «Si tratta di valorizzazione urbanistica e dei trasporti» ha spiegato Curatoli. «Riguardo al rilancio economico – ha aggiunto Franceschini – si parte dai tre milioni e mezzo di visitatori che arrivano ogni anno a Pompei».