Pompei come modello di impiego dei fondi europei: vinta la sfida del Grande Progetto
Restauri, fruizione e valorizzazione: il 2017 ha confermato la grande attenzione da parte di cittadini e turisti per il Parco archeologico
POMPEI. Pompei vince la sfida. I fondi europei del Grande Progetto Pompei (GPP) per il restauro e la messa in sicurezza sono ben spesi e il mondo prende lezioni. I maggiori musei chiamano il direttore generale del parco archeologico di Pompei, Massimo Osanna, chiedendogli di spiegare come spendere i soldi di Bruxelles e trasformare una storia di degrado in successo, da simbolo di crolli e abbandono in luogo di rinascita e sviluppo. Otto anni fa il crollo della Schola Armaturarum aveva portato all’attenzione del mondo intero le fragilità del patrimonio Unesco, diventato tale per essere stato custodito attraverso i millenni dalla coltre di lava e lapilli della devastante eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.
E la città romana rimasta intatta nella sua drammatica bellezza di edifici e affreschi, utensili e ori, resti delle vittime pietrificati nei loro ultimi momenti di vita, avrebbe potuto polverizzarsi sotto gli insulti del tempo e dell’incuria umana. Così, il crollo della Schola Armaturarum divenne un richiamo alla responsabilità per l’Europa intera che stanziò fondi straordinari per salvare questa valle unica della storia dell’umanità. «Siamo più che soddisfatti del lavoro finora realizzato a Pompei, grazie anche al sostegno dell’Unione Europea con il Grande progetto Pompei», è la valutazione di Massimo Osanna, direttore del Parco Archeologico di Pompei.
«Parliamo – spiega ancora Osanna – di 37 domus restaurate e riaperte al pubblico negli ultimi due anni, di interi quartieri e reti viarie messe in sicurezza e restituite alla pubblica fruizione, di un’attività di monitoraggio costante del sito, di mostre per la prima volta portate all’interno dell’area archeologica» e quello che è stato conseguito «è il risultato anzitutto di un riuscito lavoro di squadra interdisciplinare, ma è anche espressione del buon funzionamento di una macchina amministrativa adeguata, che ha visto le istituzioni (tra cui l’Ue), unite a più livelli verso un obiettivo comune».
Senza questa intesa, aggiunge il direttore del Parco, «non si sarebbe riusciti a gestire un patrimonio di così grande valore e in maniera così proporzionata alle esigenze, riuscendo a finalizzare gli interventi». Una attività di «salvaguardia e valorizzazione che è stata premiata dall’incremento dei visitatori che quest’anno hanno sfiorato le 3 milioni e 500mila unità, con un 8% in più rispetto allo scorso anno. Un successo per gli scavi, ma con un’importante ricaduta sul territorio, che inevitabilmente beneficia della maggiore presenza di turisti, e dunque sul suo rilancio».
Il Progetto per la tutela e la valorizzazione dell’area archeologica di Pompei (Grande Progetto Pompei) è stato finanziato dalla Commissione Europea a partire dal 26 gennaio 2012 quale Grande Progetto Comunitario finanziato dalle risorse del Programma Operativo Interregionale Attrattori culturali, naturali e turismo FESR 2007-2013 (POiN) e in seguito dalle risorse del Programma Operativo Nazionale Cultura e Sviluppo FESR 2014-2020 (PON). L’importo complessivo – gestito con trasparenza e uno straordinario controllo da parte di una struttura costituita ad hoc per la parte degli appalti – era di 105 milioni di euro (cofinanziamento Ue: 75%, quota nazionale: 25%). Sono stati 76 gli interventi finanziati, di cui 69 conclusi.
Sul versante strettamente turistico, invece, c’è da dire che il 2017 ha confermato la grande attenzione da parte di cittadini e turisti per il Parco archeologico di Pompei. La costante crescita dei visitatori, a un tasso dell’8%, ha infatti permesso di superare già alla fine di novembre scorso lo straordinario record del 2016. Nel 2013 gli accessi agli scavi di Pompei erano stati 2.472.098. Nel 2016 i turisti registrati alle biglietterie (dati del Parco Archeologico) hanno raggiunto i 3.377.433. Ciò è dovuto anche agli interventi di messa in sicurezza e restauro consentiti dal cofinanziamento Ue di 105 milioni di euro, grazie al quale sono stati restituiti al pubblico 37 edifici negli ultimi due anni, tra i quali la Villa dei Misteri e la Casa dei Vettii che era inaccessibile da 12 anni.
Gran parte della rete viaria urbana, compresi numerosi vicoli prima impraticabili, sono stati restituiti alla fruibilità dei visitatori. Restaurate le fontane pubbliche, inaugurate mostre e musei interni agli Scavi, e intraprese molte altre azioni per il rilancio del sito, come l’estensione della copertura Wi-fi all’intera area archeologica, che è parte del più ampio progetto “Smart@Pompei” condotto assieme al Cnr e a Tim o la realizzazione di un percorso di 3 chilometri “Pompei per tutti”, che consente la piena accessibilità ad una parte rilevante del sito.
Allo straordinario successo di Pompei hanno contribuito i concerti di David Gilmour, Elton John e Ludovico Einaudi nell’estate 2016 ed è in programma una nuova stagione di concerti all’anfiteatro per l’estate prossima: sarà riproposta, dopo l’ottimo riscontro del 2017, anche la rassegna di drammaturgia antica “Pompeii Theatrum Mundi”, progetto quadriennale in collaborazione con il Teatro Stabile di Napoli.
La riscoperta delle bellezze dell’antica Pompei ha offerto una spinta ulteriore alla ripresa di indagini e ricerche archeologiche che hanno visto, a partire dalla primavera del 2017 nuovi cantieri di scavo in otto aree all’interno del perimetro del sito, oltre ai cantieri di scavo nel suburbio meridionale. Dopo decenni, si è tornati anche a scavare in quella parte della città mai indagata finora: 22 ettari sui 66 totali.
Un’ulteriore occasione di valorizzazione del Parco è stata l’iniziativa “Una notte a Pompei”, con suggestive visite notturne di percorsi archeologici illuminati e arricchiti di suoni dell’epoca. Interventi e iniziative che hanno contribuito in maniera sostanziale al grande successo in termini di visitatori e agli importanti riconoscimenti internazionali da parte della stessa Commissione Europea che ha visto nel Grande Progetto Pompei un esempio da seguire e replicare in tutta Europa.