Psiche e altre storie: al Museo archeologico di Napoli la personale di Gloria Pastore

Il fil rouge è rappresentato dalla rielaborazione delle suggestioni provenienti da una scultura capuana appartenente al Mann e nota come “Psiche”

NAPOLI. “Un percorso fantastico per raccontare il mondo femminile”, potrebbe dire un turista dopo aver visitato la mostra “Psiche e altre storie” (a cura di Marco De Gemmis e Patrizia  Di Maggio), che Gloria Pastore presenta al Museo Archeologico di Napoli (Mann) da oggi 10 maggio (inaugurazione alle ore 17:00) sino al 14 giugno 2018. Eppure, l’iter tracciato dall’artista nei meandri dell’universo femminile è, piuttosto, un viaggio nella complessità dell’intelligenza e della sensibilità umana: lo testimonia la ricchezza dell’esposizione che, nello spazio bianco e raccolto della Sala 34, proiettata sul Giardino delle Camelie del Museo, propone oltre trenta opere (le teste di Psiche, la scultura “Plastic woman: l’inganno” ed il pezzo unico “Volti indiscreti”).

Il fil rouge, o meglio il vero e proprio filo passionale che accomuna questo ciclo creativo, è rappresentato dalla rielaborazione delle suggestioni provenienti da una scultura capuana (copia di età adrianea di un originale greco databile al IV sec. a.C.), appartenente alle collezioni del Mann e nota tradizionalmente come “Psiche”: quest’opera è matrice primigenia, che Gloria Pastore riproduce e moltiplica, accostandola ad oggetti, simboli, frammenti di senso, capaci di rispecchiare le diverse caratteristiche della natura femminile. Così l’artista racconta la genesi della propria avventura espressiva: «La prima testa, ispirata alla scultura che abita timidamente in un corridoio del Museo Archeologico di Napoli, venne realizzata in creta e gesso misto con la tecnica della gomma in silicone. In seguito, altre furono replicate con la tecnica del calco, trasformandosi in un lavoro dedicato all’intelligenza delle donne ed alle loro infinite potenzialità».

La ricerca di Gloria Pastore non si ferma qui: accanto alla Psiche, infatti, si colloca lo straordinario pezzo unico “Volti indiscreti”, che riproduce le immagini delle più grandi scienziate della storia (Maria Gaetana Agnesi, Linda Brown Buck, Sabina Spielrein, Mileva Marić, Irène Joliot-Curie, Lou Andreas-Salomé, Chien-Shiung Wu, Rita Levi-Montalcini e Margherita Hack), elaborate digitalmente su pellicola ed accostate, su doppie lastrine di plexiglas, ad una miriade di occhi, segno di uno sguardo perenne che non si cancella con il tempo. La statua “Plastic woman: l’inganno”, infine, chiude (solo simbolicamente) la riflessione sulle interazioni possibili tra l’aspetto esteriore e la connotazione interiore della figura femminile.

«Gloria Pastore è approdata allo straordinario traguardo della personale “Psiche e altre storie” attraverso un viaggio articolato, in cui il Mann è la quarta tappa: di questo iter raccogliamo con gioia i frutti, che stabliscono suggestivi legami tra passato e presente. Alle artiste come Gloria Pastore e, più in generale, alle donne che fanno delle psiche (o dell’intelligenza emotiva) il baricentro della propria esistenza, dedichiamo questa mostra: che le donne possano sempre ragionare e creare, trovando nel Mann uno straordinario luogo d’ispirazione», commenta il direttore del Museo Archeologico, Paolo Giulierini, che nell’arte contemporanea ha trovato un ulteriore e fertile campo per valorizzare la prestigiosa istituzione culturale napoletana.

Gloria Pastore, diplomata in scenografia e specializzata in discipline pittoriche e storia dell’arte, vive e lavora a Napoli. Fin dagli esordi il suo lavoro è caratterizzato da un percorso che l’ha portata a confrontarsi con tecniche e linguaggi eterogenei: dalla scultura al disegno, dal collage alla fotografia alla installazione, spesso ricorrendo a materiali tecnologicamente nuovi. Ha indagato con libertà espressiva, entro e oltre la superficie, alla ricerca di molteplici significati, elaborando un proprio linguaggio ed una propria narrazione inconfondibile. Da sempre, è interessata al tema dell’identità, delle stratificazioni, dell’unità e della molteplicità, delle possibili ambivalenze, ricorrendo alle capacità di uno “sguardo a tutto tondo” per far emergere la continua mutevolezza delle cose.

Redazione Made in Pompei

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Made in Pompei è una rivista mensile di promozione territoriale e di informazione culturale fondata nel 2010.

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