Com’era il Vesuvio duemila anni fa prima dell’eruzione? Ce lo svela un affresco di Pompei

POMPEI. “Bacco e il Vesuvio” è un dipinto molto famoso, in mostra presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Parliamo dell’affresco del larario della Casa del Centenario dove è stato raffigurato un Bacco in forma di grappolo d’uva, che versa del vino al suo felino preferito: la pantera.

In alto un festone con bende ed uccelli; in basso il serpente portafortuna, rivolto verso un altare cilindrico. Sullo sfondo è stato riportata una versione antica del Vesuvio, caratterizzata da una sola cima e fittamente ricoperto di vegetazione, con filari di vitigni ai suoi piedi.

Ciò porta a riflettere sul motivo che probabilmente indusse i pompeiani a sottovalutare il pericolo di un’eruzione: semplicemente, a quei tempi, a Pompei (nonostante l’avvertimento del terremoto 17 anni prima) mancava la consapevolezza di trovarsi nella vicinanza di una vera e propria “bomba ad orologeria”.

La Casa del Centenario prende il nome dalla circostanza di essere stata scoperta proprio in occasione del 18esimo centenario dall’eruzione del 79 d.C. L’angolo più suggestivo della domus è formato dal ninfeo con la fontana e gli affreschi.

Come molte altre ricche residenze dell’epoca è dotata di una piccola stanza termale (che rappresentava il bagno di lusso per chi se lo poteva permettere) ed è divisa in due aree. Una per i proprietari, l’altra destinata alla servitù.

Ad attirare i visitatori sono sicuramente le scene erotiche dipinte sui muri, ma da questa domus proviene il descritto affresco di eccezionale valore scientifico (attualmente conservato presso il Museo Nazionale a Napoli) che consente di acquisire la raffigurazione del monte Vesuvio senza il suo caratteristico cratere.

Mario Cardone

Mario Cardone

Ex socialista, ex bancario, ex sindacalista. Giornalista e blogger, ha una moglie, una figlia filosofa e 5 gatti. Su Facebook cura il blog "Food & Territorio di Mario Cardone".

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