Scavi nella Regio V: l’impronta di una porta di legno di duemila anni fa emerge dalle ceneri di Pompei
Un “miracolo della chimica” ha fatto viaggiare l’immagine della porta nel tempo, mutandone la consistenza organica
POMPEI. Sono incredibili i segni lasciati a Pompei dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., che da un lato ha annientato uomini, animali e cose ma dall’altro ha anche fatto viaggiare nel tempo le loro “impronte” scolpite sui materiali eruttivi. È il caso delle nuove scoperte del cantiere della Regio V, dove è visibile all’ingresso di una bottega “l’anima” della porta di legno “stampata” nella cenere indurita dell’eruzione (foto in alto). Un miracolo della chimica ha fatto viaggiare l’immagine di quella porta nel tempo, mutandone la consistenza organica perché la cenere e i detriti vulcanici della corrente piroclastica si sono induriti, assumendo le forme del materiale organico della porta preesistente. In questo modo la decomposizione del legno ha lasciato intatto il suo profilo, visibile sul materiale indurito che lo circonda. Intanto nella Regio V emergono nuove iscrizioni elettorali sulle pareti del Vicolo dei balconi (foto in basso). È possibile notare già dalle iscrizioni l’avvicendamento di elezioni politiche negli anni, in cui i nomi dei candidati si sono sovrapposti uno all’altro, come succede ai nostri tempi sui tabelloni elettorali delle nostre città: ai manifesti di un candidato politico si sostituisce la faccia e il simbolo di un altro della tornata successiva.