Il Ferragosto nell’antica Pompei: per strada i pompeiani si scambiavano auguri e anche doni
POMPEI. Se oggi potessimo tornare indietro nel tempo, fino ai giorni dell’antica Pompei, vedremmo i pompeiani scambiarsi auguri e finanche dei doni durante tutta la prima metà del mese di agosto.
Questo perché anche ai loro tempi esisteva una sorta di Ferragosto: si trattava una festività introdotta dall’imperatore Augusto e collegata al ciclo delle stagioni che segnava un periodo di riposo dal lavoro nelle caldissime giornate di agosto.
Il retaggio del passato, d’altra parte, è già nella parola “Ferragosto”, che prende il nome dalle Feriae Augusti (che in latino significa “il riposo di Augusto”): si tratta di giornate di festa e soprattutto di pausa dal lavoro nei campi, chiamate così perché erano state istituite dall’imperatore Ottaviano Augusto già nel 18 a.C.
Esse andavano ad aggiungersi ad altre festività già presenti nel mese di agosto (tra queste c’erano i Vinalia rustica, i Nemoralia o i Consualia), così da creare un periodo adeguato per “staccare la spina” (eh si, ce n’era bisogno già all’epoca) dalle fatiche dei lavori agricoli.
Le attività nei terreni, infatti, erano sospese, in modo da offrire ai lavoratori dei campi una tregua dalla calura e dalla fatica. Per l’imperatore fu anche un’occasione per crearsi ulteriore visibilità e consensi tra la popolazione.
Le Feriae Augusti avevano inizio il 1° di agosto e duravano per qualche giorno, durante i quali si organizzavano in tutto l’impero feste e corse di cavalli, e gli animali da tiro, finalmente a riposo, erano adornati con colorate ghirlande di fiori.
È solo intorno al VII secolo che la festa, tradizionalmente dedicata al riposo estivo, si sposta nella data che conosciamo oggi, ovvero al 15 di agosto, in coincidenza con la ricorrenza dell’Assunzione della Vergine celebrata dalla Chiesa Cattolica.