Autarchia: al Mann la mostra di Aron Demetz con le opere ispirate alle collezioni Farnese ed Egizia
La mostra occupa diversi spazi del Museo tra cui l’atrio, i giardini, le sale retrostanti all’Ercole Farnese, la Meridiana
NAPOLI. Fino al 30 agosto sarà visitabile al Museo Archeologico Nazionale di Napoli (Mann) la mostra di Aron Demetz, intitolata “Autarchia”. L’artista, nato a Vipiteno nel 1972, è uno scultore d’avanguardia la cui ricerca è focalizzata sulla figura umana, considerata veicolo di ideali classici come la purezza formale da cui traspare il contenuto etico dell’arte. Da oltre vent’anni, la sua produzione artistica fa da ponte tra antico e contemporaneo. Demetz è ospite al Mann con l’esposizione “Autarchia”, a cura di Alessandro Romanini, sino al 30 agosto 2018: la mostra, che è stata prorogata perché ha riscosso successo di pubblico e critica, presenterà una successione suggestiva di sculture di varie dimensioni e materiali, realizzate espressamente per gli spazi museali.
Le opere sono ispirate alle collezioni Farnese ed Egizia e seguono impostazioni dinamiche e posturali che interagiscono con l’archetipo classico, inserendosi senza traumi nel magico scenario del Mann. “Autarchia”, così, sta ad indicare una sorta di codice di autoregolamentazione nel processo di realizzazione personale che vede coinvolti i due soggetti della creazione artistica: l’autore ed il materiale che egli plasma. L’artista, secondo Demetz, deve porsi in un atteggiamento di ascolto del materiale da forgiare, cogliendone l’interazione perenne con l’input creativo: egli, infatti, manipola la materia in base alle sue caratteristiche organolettiche, interagendo con essa in un dialogo sempre originale ed imprevedibile.
.«Il Mann è un istituto culturale che osserva, con curiosità, le tendenze più all’avanguardia dell’arte contemporanea: programmare la mostra di Demetz al Museo ha significato incontrare uno dei profili più interessanti del panorama internazionale» ha detto il direttore Paolo Giulierini. Gli fa eco Aron Demetz: «Esporre al Museo Archeologico Nazionale di Napoli è stato come accettare una sfida, perché le sculture potevano risultare ridimensionate rispetto alle straordinarie collezioni del Mann: al contrario, il legame tra passato e presente ha svelato una continuità leggibile tra le sensibilità di ieri e di oggi». La mostra, che è “disseminata” in diversi spazi del Museo (tra questi, l’atrio, i giardini, le sale retrostanti all’Ercole Farnese, la Meridiana), è stata realizzata con il supporto ed il patrocinio della Regione Toscana e della Regione Trentino Alto Adige.