Il Monumento alle vittime dell’Undici Settembre unisce Pompei e gli Usa nel ricordo della strage

POMPEI. C’è un monumento a Pompei che lega in modo speciale la città degli Scavi e del Santuario al popolo statunitense, in nome della Pace Universale e nel ricordo delle vittime innocenti di ogni attentato terroristico.

Si tratta del Monumento alle Vittime dell’Undici Settembre che dal maggio 2010 si trova in piazza Bartolo Longo: è un frammento originale di una trave estratta dai ruderi del World Trade Center (Wtc) donata dall’autorità portuale di New York e del New Jersey alla città mariana (che è anche una delle poche città in Italia ad ospitare una tale “reliquia”).

L’architettura commemorativa è nata per ricordare perennemente le 2.700 persone – per lo più cittadini statunitensi – che l’11 settembre 2001 persero la vita a seguito dell’attacco aereo, compiuto da gruppi terroristici riconducibili ad Al-Qa’ida, contro le “torri gemelle” del World Trade Center di New York.

In quella circostanza gli edifici-simbolo di New York, furono rasi al suolo e sono stati ricostruiti solo molti anni dopo. Ospitando il monumento in ricordo delle vittime di quella tragedia, la città di Pompei si è così sempre mostrata vicina agli Stati Uniti d’America nella commemorazione di quel drammatico atto terroristico.

La “reliquia” è stata installata su un monumento in piazza Bartolo Longo sul quale campeggia, a monito per tutta l’Umanità, la scritta 11 settembre, ovvero la data del tragico evento che costò la vita a migliaia di vittime innocenti.

L’opera si propone come simbolo di valori universali ed è inserita in un grande monumento affidato alla creatività dell’artista, alla composizione dell’architetto ed al progetto del designer.

Firmato dall’artista Raffaele Esposito, il monumento è alto 6 metri, con una base realizzata da un blocco in pietra lavica vesuviana di 24 metri quadrati e rappresenta il legame di fratellanza fra il popolo americano e quello italiano.

Il monumento, secondo l’interpretazione dall’artista Esposito, oltre ad essere un mezzo per condurre alla memoria dell’osservatore il ricordo della tragedia, intende trasmettere una speranza di pace universale sprigionata dalla «trave-scultura» nella sua evoluzione verso l’alto, quindi verso l’immenso.

L’idea di massima dell’artista Esposito e la traduzione della stessa in architettura di “monumento a scala urbana” dell’architetto Antonio Bruno sono state rielaborate in forma sinergica dal designer Dario Candida in un’opera essenziale, fortemente evocativa e di grande comunicazione.

La scultura, al di là del ricordo della tragedia del 2001, evoca tematiche importanti e sempre attuali. Tra questi, il legame di fratellanza fra popoli, uniti da vincoli di sangue come quello di tanti emigranti italiani, che si evince dalla fusione tra la pietra vesuviana e l’acciaio dei grattacieli americani.

E ancora: la solidarietà e l’amicizia tra due popoli, quello italiano e quello statunitense, nella proposizione dei vessilli di stato e nelle targhe di bronzo a ricordo delle vittime del terrorismo.

Marco Pirollo

Marco Pirollo

Giornalista, nel 2010 fonda e tuttora dirige Made in Pompei, rivista di cronaca locale e promozione territoriale.

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