Giovani impegnati nel sociale: l’attività del Leo Club di Pompei, tra solidarietà e iniziative concrete

Il presidente Rino Tortora: «Vogliamo dare una mano a chi ha bisogno, mettendo a disposizione le nostre capacità»

POMPEI. Nasceva nel 1917 negli Usa il Lions Club International, associazione dagli scopi umanitari che vanta oggi gruppi sparsi un po’ in tutto il mondo, tra i quali si distinguono le sezioni giovanili denominate Leo Club, aperte a ragazzi tra i 12 e 30 anni. Una di queste ha messo le radici anche a Pompei, dove undici soci stanno portando avanti il progetto. Si tratta di Rino Tortora, Mena Amitrano, Daniela Ascione, Giuseppe Barone, Antonino Cesarano, Vittorio Di Paolo, Dario D’Oscar, Carlo Giordano, Raffaele Losco, Davide Matrone e Francesco Scutieri. Sono giovani impegnati nel sociale che hanno deciso di investire tutta la loro voglia di fare in iniziative di pubblica utilità nella città mariana e non solo. Abbiamo cercato di capirne di più insieme al presidente dell’associazione Rino Tortora.

Quando e con quali obiettivi è nato il Leo Club di Pompei?
«Il Leo Club esisteva a Pompei già una ventina di anni fa, ma chiuse per mancanza di soci. Noi quattro anni fa l’abbiamo rifondato. Il principale obiettivo è quello di offrire ai giovani opportunità di crescita e occasioni per dare il loro contributo a livello locale, nazionale e internazionale. Operiamo nel sociale e ci impegniamo per essere d’aiuto alle categorie meno abbienti e in generale a chi ne ha bisogno. “Leo”, tra l’altro è l’acronimo di tre parole chiave: leadership, esperienza e opportunità, parole che riassumono quello che si ottiene collaborando ai nostri progetti».

Esistete come delegazione locale di un’associazione di stampo internazionale. Ma voi, come gruppo, che rapporto avete con Pompei? Vi sentite più ancorati al territorio o proiettati verso il mondo?
«Il mio obiettivo come presidente per quest’anno sociale è assolutamente quello di operare sul territorio. Io voglio proprio cercare di dare una mano, mettendo a disposizione le nostre capacità fin dove ci è possibile. Però ci occupiamo anche di sensibilizzare la comunità su temi di carattere nazionale. Ad esempio, quest’anno ci siamo occupati molto della questione vaccini».

Ci racconti un po’ dei progetti realizzati finora a Pompei?
«Sì, per citare solo quelli di quest’anno: a gennaio abbiamo donato pannolini all’istituto Bartolo Longo; in occasione di “Bimbinbici” abbiamo organizzato degli screening medici per bambini; durante il Beer Fest di giugno abbiamo cercato di sensibilizzare i giovani sul tema della guida sicura distribuendo alcol test e proponendo un quiz sull’argomento; nel mese di luglio, invece, ci siamo dedicati alla riqualificazione dell’area verde della Casa di riposo Carmine Borrelli. In più abbiamo organizzato una cena per gli ospiti grazie ad artisti e attività commerciali che hanno offerto cibo e intrattenimento. Durante la serata è stato donato anche un pacco di beni di prima necessità grazie a una raccolta fondi portata avanti nei mesi scorsi».

E per il futuro cosa c’è in cantiere?
«Innanzitutto, io mi sono ripromesso di riproporre con una certa periodicità questo appuntamento con gli ospiti della casa di riposo, perché ho visto che gli anziani della struttura hanno davvero bisogno di affetto. Poi nell’arco dell’anno vorrei organizzare almeno tre giornate dedicate allo screening medico. Intanto cercheremo sicuramente altre aree verdi da riqualificare. Vogliamo anche realizzare attività con le scuole: l’idea è quella di far conoscere questa realtà, perché entrare in questo mondo ha cambiato la mia vita e mi piacerebbe che capitasse anche ad altri giovani. Io oggi mi sento realmente appagato quando faccio del bene a qualcuno».

Valentina Comiato

Valentina Comiato

24 anni, laureata in lingue ma con un innato amore per la penna. Per Made in Pompei scrive di piccole realtà, grandi talenti e bei progetti.

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