Bataclan, la mostra di Renato Aiello: in trenta scatti il dolore per le vittime della follia terroristica
I volti, gli sguardi, le candele e i fiori riposti sotto la lapide commemorativa, le mani conserte in segno di preghiera
NAPOLI. “Bataclan” è il titolo della prima personale fotografica di Renato Aiello, giornalista e fotoamatore napoletano, visitabile fino al 15 ottobre 2018 presso il Complesso Monumentale di San Severo al Pendino, situato in via Duomo 286 a Napoli. Una mostra a ingresso libero (vernissage fissato per sabato 6 ottobre dalle ore 16 alle 19), aperta tutti i giorni esclusa la domenica, che si configura come un vero e proprio percorso nella memoria del primo anniversario delle stragi del 13 novembre 2015 a Parigi, attraverso le immagini in bianco e nero della gente accorsa al Boulevard Voltaire.
I volti, gli sguardi, le candele e i fiori delicatamente riposti sotto la lapide commemorativa, le mani conserte in segno di preghiera in una mattina senza sole, il dolore vissuto con dignità da amici e parenti delle 90 vittime del Batalcan. La compostezza di un lutto difficilissimo da elaborare, una ferita ancora aperta a distanza di tre anni: più di 300 furono, infatti, le vite falcidiate quella notte, nel complesso degli attacchi coordinati ed eseguiti su vasta scala nella capitale francese da terroristi di matrice islamista, inneggianti all’allora sedicente Stato Islamico in Syria e Iraq.
Trenta foto in tutto, di cui alcune candidate l’anno scorso dall’autore al Magnum Photography Award 2017 (e 5 esposte in qualche collettiva su invito), che provano a raccontare la prima commemorazione ufficiale degli attentati, seguita dalle tv e da giornalisti di tutto il mondo. Trenta scatti scelti dall’autore nella moltitudine di fotografie realizzate quel giorno che, a suo dire, «non è stato semplice da affrontare e metabolizzare anche dopo. Non sono mancati i momenti in cui pigiare sul tasto dell’otturatore si è rivelato più difficile di quanto pensassi, nonostante la regola della giusta distanza che questo mestiere ci impone quando si è impegnati nella cronaca di situazioni dolorose e tragiche» è ciò che confessa l’autore del reportage, che in quella mattina del 13 novembre 2016 si trovò quasi per caso al Boulevard Voltaire.
«Non potevo non documentare, semplicemente sentivo il dovere di riprendere, di lasciare, per quanto possibile e nei miei limiti, un ricordo di quel giorno». Questo infatti il compito e la missione ultima della mostra: mantenere alta l’attenzione e preservare il valore fondamentale della memoria, per la nostra generazione e per quelle che verranno. Affinché non solo tutto questo non si ripeta più, ma si prenda finalmente coscienza dell’orrore e della morte senza senso che solo l’interpretazione violenta della religione sa produrre. Le testimonianze fotografiche delle associazioni musulmane contrarie alla follia e alla barbarie terroristica, presenti quel giorno con rappresentanti, manifesti e totem roll up per strada, sono la prova dell’esistenza di un Islam moderato.
Un Islam forse ancora timido e poco attivo, ma chiamato a un ruolo di sempre maggiore responsabilità nella nostra società. Finissage previsto per il 13 ottobre sempre dalle ore 16 alle 19, sarà presente all’esposizione anche un’installazione artistica e dei cahiers (quaderni) su cui raccogliere impressioni e note, riflessioni e opinioni in merito alla mostra. Renato Aiello, napoletano, è giornalista pubblicista, nonché appassionato di fotografia e cinema. Si occupa di comunicazione a 360 gradi, videomaking compreso. Fotoamatore da sempre, è attivo negli ultimi anni in un lavoro di documentazione e ricerca visiva del territorio metropolitano. Dopo varie collettive cui ha partecipato dal 2016, tra cui anche una a San Francisco nel Cca, California College of Arts, “Bataclan” è la sua prima personale in assoluto. Foto di Renato Aiello.