A Pompei il convegno su Monsignor Anastasio Rossi, erede e continuatore delle Opere longhiane
La conoscenza della vita e dell’impegno del Delegato Pontificio è essenziale per comprendere la storia del Santuario
POMPEI. A novant’anni dall’ingresso di monsignor Antonio Anastasio Rossi nella città mariana, il Santuario ha organizzato un convegno per ricordarne la straordinaria figura di pastore e continuatore dell’opera sociale del Beato Bartolo Longo in favore degli orfani e dei figli dei carcerati. La conoscenza della vita e dell’impegno del Delegato Pontificio per il Santuario dal 1928 al 1948 è, infatti, essenziale per comprendere appieno la storia del Santuario e delle sue Opere ma anche quella della stessa città nuova, fondata dal Beato. Per questo, sabato 20 ottobre, si terrà un incontro presso la Casa del Pellegrino, durante il quale ne saranno sottolineate le scelte intuitive e coraggiose che ne rivelarono la fede profonda in Dio e una grande capacità profetica.
Nel corso dei lavori, moderati da Francesco Barra, docente di Storia moderna all’Università di Salerno e introdotti dai saluti dell’Arcivescovo Tommaso Caputo e del sindaco Pietro Amitrano, si analizzerà il ministero pastorale di monsignor Rossi a Pompei. Nato a Milano il 18 luglio 1864, fu ordinato sacerdote a Roma nel 1887. Dal 1888 al 1910 svolse il suo ministero sacerdotale a Pavia fin quando Papa Pio X non lo nominò arcivescovo di Udine, diocesi che guidò fino al 1927. In quell’anno fu nominato Patriarca di Costantinopoli da Papa Pio XI, che l’anno successivo lo volle Prelato e Delegato pontificio a Pompei, dove svolse il suo ministero per vent’anni fino alla sua scomparsa, il 29 marzo 1948.
Non furono anni semplici, segnati dalla violenza della Seconda Guerra mondiale e, già negli anni precedenti, soprattutto nel Meridione d’Italia, anche dall’analfabetismo e dalla povertà, spirituale e materiale. Negli anni Trenta, il Santuario, ormai visitato da un numero straordinario di persone, fu ampliato e reso ancora più bello dal punto di vista artistico; si rafforzarono anche le Opere in favore degli orfani e dei figli dei carcerati, continuando ad accogliere migliaia di bambini ed adolescenti. Bartolo Longo aveva lasciato in buone mani tutto il bene realizzato. Il Prelato Rossi fu uomo di profonda spiritualità e dalla grande passione civile, uomo di Dio assolutamente immerso nella realtà del suo tempo. Un anticipatore dei tempi, modello di quella Chiesa in uscita di cui, oggi, parla continuamente Papa Francesco.
Tra le relazioni che faranno emergere “a tutto tondo” la personalità del Prelato quelle di tre sacerdoti del clero pompeiano: il rettore del Santuario, monsignor Pasquale Mocerino, parlerà della spiritualità dell’arcivescovo Rossi; monsignor Ciro Cozzolino, ex alunno degli istituti d’accoglienza, presenterà ai presenti i primi risultati di un’indagine statistica in corso sugli alunni delle Opere di carità; monsignor Pietro Caggiano ricorderà l’impegno del Pastore come promotore del processo di beatificazione e canonizzazione di Bartolo Longo. Suor Isabella Speciale, religiosa delle Suore domenicane “Figlie del Santo Rosario di Pompei” si soffermerà sulla partecipazione della sua Congregazione allo sviluppo delle Opere sociali del Santuario, e fratel Rodolfo Meoli, religioso dei Fratelli delle Scuole cristiane, relazionerà sull’impegno della Congregazione dei lasalliani nel periodo della prelatura di Anastasio Rossi. Le conclusioni saranno affidate allo storico Claudio Spina.