Le rose nella pittura pompeiana
Le città vesuviane hanno il più consistente repertorio di affreschi con giardini inseribili nel Terzo e Quarto Stile
POMPEI. A imitazione di mode aristocratiche, nei primi decenni del I secolo d.C., nella società romana si diffuse – soprattutto nel ceto medio – l’uso di realizzare, all’interno delle dimore urbane, delle pitture di giardino, che oggi possono essere considerate un vero “catalogo botanico” delle specie all’epoca più diffuse in natura. Spesso l’obiettivo di fondo era quello di ricreare “con la fantasia”, e quindi attraverso l’arte di esperti pictores, quello che non si poteva possedere nella realtà: in questo caso un grande, ricco e rigoglioso giardino, magari adorno di fiori, statue e fontane.
Nelle case di censo elevato, invece, queste pitture sono meno frequenti e spesso riservate soltanto alle stanze private e interne del padrone di casa. Ecco perché, quindi, le città vesuviane sepolte dall’eruzione del 79 d.C., riportate alla luce dagli scavi moderni, hanno restituito il più consistente repertorio di affreschi raffiguranti lussureggianti giardini, inseribili nel Terzo e Quarto Stile, testimoniando così il grande successo di queste raffinate pitture parietali. Tuttavia, le raffigurazioni che sono state identificate come rose, o cespugli di rose, sono in numero abbastanza limitato.
C’è da dire che alcune di queste decorazioni, inoltre, sono ormai scomparse e note solo dalla documentazione Ottocentesca; altre, invece, non sono più leggibili per un avanzato degrado della cosiddetta pellicola pittorica, essendo state eseguite in gran parte su pareti situate negli spazi aperti delle abitazioni e quindi maggiormente esposte alle intemperie. Non mancano, però, pregevoli esempi di raffigurazioni di rose in affreschi pompeiani. Quello più rilevante, sia per lo stato di conservazione, che per l’elevato livello stilistico, è nel triclinio 32 della Casa del Bracciale d’Oro, nell’Insula Occidentalis di Pompei, dove la rosa, insieme a numerosi altri fiori, appare sulle tre pareti dell’ambiente.
Sempre nella stessa Casa, le rose sono raffigurate anche su un’altra parete in una complessa composizione con un intreccio di rami di vite, di edera ed altri arbusti. Anche nelle composizioni di giardino nella Casa del Frutteto (in Terzo Stile) si trova la raffigurazione di cespugli di rose insieme a numerosi altri fiori. Sulla parete sud del peristilio della Casa della Venere in Conchiglia, ai lati del pannello centrale raffigurante la dea, è stato dipinto (in Quarto Stile) un cespuglio di rose, con petali non ben definiti di un carico colore rosso.
Una composizione particolare in Quarto Stile, di grande effetto illusionistico, si trova invece nella Casa dei Quadretti Teatrali. Una raffigurazione di rose in una ghirlanda, infine, è nell’affresco di “Bacco ed il Vesuvio” che decorava l’angolo sud-est di un larario della Casa del Centenario. Se le raffigurazioni di rose sono in numero abbastanza limitato nell’ambito della pittura di giardino, esse si intensificano invece nei Larari.
Non è da escludere, tuttavia, che allargando la ricerca a tutte le abitazioni vesuviane, possano essere identificate altre raffigurazioni di rose nelle partizioni decorative parietali, in quadretti e medaglioni con divinità o come motivo di contorno e di riempimento. Dall’esame dei dati pittorici vesuviani, dunque, si conferma la stretta connessione fra la rosa e tre importanti divinità quali Afrodite, Dioniso ed Iside e il legame alla sfera religiosa domestica per la sua frequente presenza nei Larari.