Pompei, ecco cosa c’era nei pasti sacrificali offerti alla dea Iside nel tempio a lei dedicato
POMPEI. Numerosi reperti in ceramica e resti di pasti sacrificali scavati nell’area sacra del porticato a sud del Santuario di Iside, confinante a nord con un muro del Teatro Grande di Pompei, sono stati analizzati nell’ambito della ricerca scientifica orientata alla comprensione di forma e scopi del rito sacrificale rivolto alla divinità egizia.
Iside, d’altra parte, era adorata in ambito iniziatico a Pompei sia nel suo tempio che nelle domus, in cui aveva posto (tra lari e penati) nel culto esoterico del ciclo vita-morte della natura, spesso avvicinato (o confuso) a quello greco-romano di Afrodite e/o di Dionisio.
Pezzi di ceramica bruciati nella pratica rituale della frantumazione degli oggetti di voto alla divinità sono stati scavati insieme a resti di pasti sacri, formati da coppette ricolmi di salse di polpa di fico e cibi cotti, che alle analisi scientifiche di laboratorio sono risultati essere composti da elementi vegetali, arbusti resinosi, pinoli, noci e pigne.
Alla fine sono stati classificati 127 reperti del pasto sacro, formati da 25 gusci d’uovo, resti di suino, piccione, gallo, gallina, tortora ed oca selvatica. Molte parti di volatili di alto pregio che, come sosteneva Plinio, formavano l’offerta più gradita alle divinità.
Gli animali venivano accuratamente sezionati, utilizzando esclusivamente le parti migliori del corpo e quelle più ricche di carne. I volatili, prima di essere sezionati, venivano svuotati dalle interiora e preparati con cura, prima di essere gettati nelle fiamme accese per Iside su un lato del suo Santuario.
L’edificio in età augustea presentava a sud una parete ad esedra, successivamente sostituita, con modifica sostanziale dello spazio sacro riservato al culto di Iside, mentre è stato lasciato sul posto un riquadro a forma di nicchia, a memoria della parete originale, dalla forma semicircolare.
Ciò fa dedurre che avessero una funzione espiatoria i sacrifici di pasti di alto livello, in cui esemplari giovani di volatili di pregio erano stati sezionati e selezionati nelle parti migliori. Vale a dire quelle più ricche di carni.
Il tempio di Iside di Pompei si trova nel quartiere del Teatro Grande, centro della tradizione ellenistica. L’Iseo pompeiano fu scavato nella prima fase borbonica e venne ritrovato quasi integro perché era stato restaurato dopo il terremoto del 62 d.C. ed è risultato essere attivo fino all’eruzione del 79.
La sua costruzione è del 150 a.C. mentre la ristrutturazione è testimoniata dalla lapide posta al suo ingresso, che ricorda la ricostruzione post-terremoto da parte di Numerio Popidio Celsino, figlio di Numerio, allo scopo di essere ammesso nell’ordine dei Decurioni, nonostante fosse figlio di liberto.
All’edificio si accede da un porta sull’angolo nord, che dà su un cortile porticato con al centro un tempietto con podio. Al fondo della cella si trova un banco cavo di mattoni. A fianco dell’altare principale, sito davanti alla scala del tempio, è stata trovata una fossa in muratura con due statuette egizie e offerte di frutta bruciate.
Una statua di Bacco con pantera era posta dietro al tempietto. Un’iscrizione geroglifica su un pilastro antistante propone un rebus che potrebbe essere interpretato con l’allegoria della processione di Iside come un viaggio dell’iniziato diretto alla salvezza.
La processione di Iside all’angolo sud-est dell’altare porta alla camera di un piccolo edificio decorato da stucchi con immagini di Anubi e Iside, ma anche di Marte e Venere, Perseo e Andromeda, probabile megaron per il sonno visionario degli iniziati, o purgatorium per le abluzioni rituali con acqua del Nilo.
Le pitture del portico riproducono la processione di Iside nell’uso egiziano del Navigium-Isidis della festa del 5 marzo alla protettrice della navigazione. Sul retro del portico si aprono gli ambienti dell’Ecclesiasterion, destinati a pasti rituali, recite sacre e riti iniziatici d’adorazione del sarcofago di Osiride, tornato in Egitto dopo essere stato sottratto ad Argo da parte di Hermes, in cui sono stati ritrovati scheletri umani, un sistro in bronzo ed ossa di pollo.
Nel salone adiacente è posta la sacrestia, con immagini della divinità egiziana e la narrazione del suo mito. Il complesso era dotato di ambienti di servizio disposti su due piani. Le cerimonie sacre prevedevano libagioni con acqua del Nilo accompagnate dal suono del flauto, del sistro e dal canto della ristretta cerchia di discepoli-iniziati, vestiti di lino immacolato.
La scena della inventio Osiridis, rappresentata nella sala dell’iniziazione, celebrava fra il 13 e il 16 novembre il lutto verso Osiride ucciso da Seth, che si concludeva col ritrovamento del corpo da parte di Iside e la sua traslazione in barca. L’approdo alla meta era annunciato a gran voce e dava il via alla festa rituale, accompagnata dalla distribuzione di vino.