Nella Schola Armaturarum di Pompei c’era una dispensa con cibi “gourmet” per momenti conviviali
POMPEI. Le ultime ricerche hanno dimostrato che l’edificio denominato “Schola Armaturarum” nel Parco Archeologico di Pompei era presumibilmente il luogo di convegno di un’associazione di ex combattenti e reduci delle campagne militari dalla colonia vesuviana al seguito di Roma, non una sala d’armi.
La sala con trofei d’armi che affaccia su via dell’Abbondanza, invece, era probabilmente riservata a momenti conviviali che celebravano trionfi militari e ne rinverdivano i ricordi nella goliardia soldatesca, con banchetti preparati per i camerati e allietati da cibi “gourmet”, a base di specialità dell’area mediterranea e accompagnati da vino rigorosamente del Vesuvio.
Una manifestazione gastronomica di piena continuità mediterranea all’origine dell’omonima dieta, quindi, che si avvale della rinomanza dei prodotti di base rappresenta il risultato di scavi e ricerche condotte parallelamente al restauro della Schola Armaturarum, pezzo di storia eroica degli scavi archeologici vesuviani novecenteschi.
Le più recenti ricerche sono state svolte sul piano dell’intervento multidisciplinare, che ha messo in evidenza il significato del ritrovamento di anfore di varia provenienza mediterranea, rinvenute nelle stanze retrostanti la sala principale.
Si può considerare una vera propria “dispensa” al servizio della preparazione dei banchetti, considerato che nei dolia sono state trovate tracce di cibo, che il laboratorio di Ricerche Applicate del Parco ha fatto analizzare da laboratori specializzati.
La anfore sono di origine cretese, sarda, nord-africana e betica (provincia dell’Andalusia) oltre a diverse anfore locali dressel, vale a dire contenitori da asporto con anse bifide, gomiti arrotondati e il corpo affusolato a cilindro, delimitato nettamente tra collo, spalla e pancia.
Il grano (per il pane) proveniva dall’Africa settentrionale o dalla Sicilia, la salsa di pesce dalla Spagna, il sale dalla Sardegna, la frutta secca da Creta mentre il vino (contenuto nei dressel) arrivava dai vigneti locali.
L’associazione che aveva sede nella Schola doveva essere una di quelle che Nerone fece chiudere perché implicata nei fatti di sangue del 59 d.C., collegati alla cruenta rissa scoppiata tra Pompeiani e Nocerini nell’Anfiteatro durante uno spettacolo di gladiatori.