Paestum, proseguono i restauri nel Tempio di Nettuno: nel mirino il biodegrado dell’edificio
Il direttore Gabriel Zuchtriegel: «Pronti al salto di qualità: ora si passa dall’emergenza alla manutenzione ordinaria»
PAESTUM. Proseguono gli interventi di restauro nel tempio meglio conservato della Magna Grecia, il Nettuno di Paestum. Dopo gli interventi sulle parti in alto, che si sono rivelati più complessi e più difficili del previsto, adesso è il turno del pavimento del gigante di pietra costruito 2.500 anni fa. L’intervento, per un importo di poco meno di 170mila euro a base d’asta, messo a gara dal Parco Archeologico di Paestum con gli introiti ordinari della bigliettazione, mira a migliorare la conservazione e la fruibilità del tempio attraverso l’eliminazione del biodegrado, ovvero di piante che crescono nelle crepe della struttura, e la colmatura di lacune con materiali rimovibili e riconoscibili come tali.
Intanto, il pubblico è invitato a visitare il cantiere: condizioni meteorologiche permettendo, tutti i giorni dal lunedì a venerdì, alle ore 12, i restauratori forniranno spiegazioni sulle loro attività ai visitatori del sito. «Dopo una serie di interventi di recupero a seguito di un lungo periodo in cui per mancanza di fondi non era stato fatto nulla o quasi, adesso ci prepariamo a fare un salto di qualità» commenta il direttore del sito archeologico, Gabriel Zuchtriegel, che spiega: «Prendendo spunto anche dal modello virtuoso di Pompei, metteremo in atto un programma di manutenzione ordinaria, che ci permetterà di intervenire prima ancora che si verifichino delle emergenze. La manutenzione ordinaria è la grande sfida che farà la differenza, sia dal punto di vista della tutela che della fruizione. Usiamo tutte le possibilità che ci dà l’autonomia speciale concessa al Parco Archeologico per gestire al meglio il patrimonio di Paestum, sito Unesco, nonché luogo chiave della storia dell’architettura antica e moderna».
In fibrillazione dunque gli uffici che stanno preparando perizie e altre gare di lavori e manutenzione. In prima linea alcuni neo funzionari assunti con il recente concorso del Mibac. «Si è creata una squadra forte e motivata – dice il direttore – una ventata di aria nuova per la ricerca, la tutela e la fruizione del sito, di cui sono fiero. Pensate che finalmente non sono più il più giovane impiegato di Paestum, dal momento che la nuova responsabile del laboratorio di restauro è una giovanissima laureata».
Parte del piano di manutenzione che il Parco Archeologico sta attuando in base a un continuo confronto con altri siti ministeriali ed Enti di ricerca sarà un sistema di monitoraggio sul tempio di Nettuno, elaborato dal Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università di Salerno. «Otto sensori di tecnologia avanzata posizionati sul monumento permetteranno un monitoraggio continuo, una specie di Tac, che potrà essere consultato attraverso la rete in tempo reale – spiega il prof. Luigi Petti dell’Ateneo salernitano – Ciò consentirà di rilevare il comportamento del tempio ed elaborare un modello della struttura interna del monumento, onde prevenire eventuali fenomeni di deterioramento statico».
Le principali informazioni sul comportamento del tempio di Nettuno saranno messe a disposizione di tutti gli utenti in Rete, in un’ottica di open data e di trasparenza nella gestione del patrimonio archeologico. Per attuare il progetto, i tecnici del Parco Archeologico e dell’Università hanno stimato costi pari a 110mila euro. Somma per la quale è stata avviata una raccolta fondi sul portale Art Bonus, in maniera tale da dare a tutti la possibilità di contribuire alla salvaguardia del tempio di Nettuno, approfittando tra l’altro degli sgravi fiscali previsti dalla legge Art Bonus (https://artbonus.gov.it/594-tempio-di-nettuno.html).