A Napoli c’è “Un lupo al Museo”: dieci video girati al Mann per raccontare i legami tra arte e società
Il format prevede filmati destinati al web, ambientati in spazi museali, raccontano l’Archeologico in una nuova prospettiva
NAPOLI. Raccontare la società attraverso l’arte, spingendo il visitatore a schierarsi ed a prendere posizione: è questo il filo conduttore del progetto “Un lupo al Museo”, realizzato dal Mann (gli esperimenti sociali sono a cura di Ugo Capolupo, autore di celebri provocazioni apparse sulla testata giornalistica Fanpage.it). Il format è composto da dieci video destinati al web: gli episodi, ambientati in differenti spazi museali, raccontano l’universo culturale dell’Archeologico in una nuova ed originale prospettiva.
Il Museo, infatti, diviene lo spazio ideale per affrontare temi che hanno una spiccata rilevanza sociale: bullismo, traffico d’arte, sesso, censura, schiavitù, razzismo, modernità sono soltanto alcuni dei termini declinati nel “vocabolario creativo” di Ugo Capolupo. Se i temi cambiano, assecondando tagli antropologici e sociologici diversi, costante è il richiamo all’archeologia come base culturale imprescindibile per tessere un dialogo tra passato e presente: soltanto dall’arte, infatti, scaturisce l’input per provocare il visitatore, che diviene vero protagonista della performance inscenata da Capolupo.
Il prodotto realizzato, di cui, ovviamente, il pubblico ha piena contezza nel dialogo con l’interprete Capolupo a seguito della provocazione, è curato nei minimi dettagli: la sigla, infatti, è realizzata dal regista di animazione Alessandro Rak, mentre la colonna sonora è affidata al musicista Ciro Riccardi. Ugo Capolupo è nato, vive e lavora a Napoli. Per il cinema ha collaborato come assistente di: Mario Martone (“Teatro di Guerra”), Nina Di Majo (“Autunno”), Stefano Incerti (“Prima del Tramonto”), Tonino De Bernardi (“Appassionate”), Gabriele Salvatores (“Denti”), Wilma Labate (“Domenica”), Sandro Dionisio (“La volpe a tre zampe”), Paolo Sorrentino (“L’uomo in più”), Nanni Moretti (“La stanza del figlio”).
Ha collaborato, inoltre, alla realizzazione di alcuni documentari tra cui The riddle of Pompei per la BBC e Venerdì Santo diretto da Herz Frank. Ha lavorato anche per il teatro collaborando con Mario Martone ne “I sette contro Tebe” e con Andrea De Rosa ne “Le troiane”. Ha scritto e diretto il cortometraggio “L’ultimo rimasto in piedi” (2001), “La città invisibile” (2005), “Napoli 24” (2010), “Dove abita la follia” (2011). Attualmente è autore di numerosi format video per il web.