Scavi nella Regio V di Pompei: in futuro la Domus di Leda sarà fruibile dal pubblico
Riemerso l’intero atrio della Casa con l’affresco di Narciso che si specchia nell’acqua, secondo l’iconografia classica
POMPEI. Gli scavi nella Regio V di Pompei, che a febbraio hanno regalato al mondo la visione dello splendido affresco di Narciso, proseguono con l’obiettivo dichiarato di riportare interamente alla luce il cubicolo di Leda e il Cigno, l’atrio retrostante e gli altri ambienti dell’elegante domus di Via del Vesuvio, e di renderli quanto prima fruibili al pubblico. È quanto anticipato dalla direttrice ad interim del Parco Archeologico di Pompei, Alfonsina Russo, in occasione della scoperta dell’affresco di Narciso.
«La bellezza di queste stanze, evidente già dalle prime scoperte, ci ha indotto a modificare il progetto e a proseguire lo scavo per portare alla luce l’ambiente di Leda e l’atrio retrostante –ha dichiarato la direttrice – Ciò ci consentirà in futuro di aprire alla fruizione del pubblico almeno una parte di questa domus».
Come aveva già fatto ipotizzare lo splendido quadretto di Leda e il cigno, riaffiorato mesi fa dallo scavo in una domus di via del Vesuvio, nella Regio V di Pompei, adesso è emersa nella sua totale bellezza un’alcova sensuale e raffinata. L’intera stanza di Leda è caratterizzata da decori raffinati in IV stile, con delicati ornamenti floreali, intervallati da grifoni con cornucopie, amorini volanti, nature morte e scene di lotte tra animali.
Finanche sul soffitto, i cui frammenti sono stati recuperati dai restauratori per ricomporne la trama perché rovinosamente crollato sotto il peso dei lapilli, si estendeva l’armonia di questi pregiati disegni. Alle spalle del cubicolo di Leda è tornata in luce anche una parte dell’atrio della dimora, con pareti dai vividi colori. Al centro di una di esse è apparso l’affresco di Narciso che si specchia nell’acqua rapito dalla sua immagine, secondo l’iconografia classica.
Nell’atrio di Narciso è interessante anche la traccia ancora visibile delle scale che conducevano al piano superiore, ma soprattutto il ritrovamento nello spazio del sottoscala, utilizzato come deposito, di una dozzina di contenitori in vetro, 8 anfore e un imbuto in bronzo. Una situla bronzea (contenitore per liquidi) è stata invece rinvenuta accanto all’impluvio. Dalle stanze di questa elegante dimora trasudano amore e soavità dei sensi, nelle più svariate forme: già dal corridoio di ingresso la domus accoglieva gli ospiti con l’immagine vigorosa e di buon auspicio del Priapo, anche essa già documentata mesi fa e in analogia con quella della vicina Casa dei Vettii.
«Tutto l’ambiente – dichiara Massimo Osanna, direttore dello scavo della Regio V – è pervaso dal tema della gioia di vivere, della bellezza e vanità, sottolineato anche dalle figure di menadi e satiri che, in una sorta di corteggio dionisiaco, accompagnavano i visitatori all’interno della parte pubblica della casa. Una decorazione volutamente lussuosa e probabilmente pertinente agli ultimi anni della colonia, come testimonia lo straordinario stato di conservazione dei colori».