Napoli, oltre 13mila visitatori in quattro giorni per la mostra “Canova e l’Antico” al Mann
Una vera e propria mobilitazione colorata di cittadini e turisti che hanno affollato le sale del Museo sin dall’apertura
NAPOLI. «La bellezza suprema dei capolavori di Canova attira migliaia di visitatori a rischio sindrome di Stendhal. Avanti così». Con queste parole (e con questo entusiasmo), il direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli (Mann), Paolo Giulierini, ha commentato il risultato dei primi quattro giorni di programmazione della mostra “Canova e l’antico”: da giovedì 28 marzo a domenica, infatti, oltre 13.000 visitatori hanno ammirato le opere dell’artista di Possagno, in esposizione all’Archeologico.
Una vera e propria mobilitazione colorata di cittadini e turisti che hanno affollato le sale del Museo, sin dal pomeriggio inaugurale; anche ieri mattina, all’ingresso del Mann, una lunga fila ha atteso, paziente, di accedere all’atrio ed al Salone della Meridiana, dove sono esposte alcune tra le più celebri sculture di Canova (fra queste, le “Tre Grazie”, “Amore e Psiche stanti”, la “Danzatrice con le mani sui fianchi”, provenienti dal Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo).
Napoli dunque riaccende i riflettori sul maestro che, con la città partenopea – “veramente situata in una delle più amene situazioni del mondo” – ebbe un rapporto lungo e costante: dapprima come giovane viaggiatore (1780) desideroso di ammirare le sue bellezze e opere d’arte e le antichità “ercolanesi” e di Paestum; poi per le tante e significative committenze dei regnanti (sia dell’antico regime che dell’età napoleonica) e dell’aristocrazia napoletana.
In mostra si può ammirare il grande gesso del gruppo di Adone e Venere, proveniente dalla collezione di Giovanni Falier, scopritore del talento di Antonio Canova: fu il relativo marmo la prima opera dell’artista a raggiungere Napoli, all’inizio del 1795, acquistata dal giovane marchese Francesco Berio. La scultura (ora conservata al Museo di Ginevra e inamovibile) provocò a Napoli deliri d’entusiasmo, articoli, pubblicazioni, visite continue, al punto da costringere alla chiusura il tempietto nel giardino di palazzo Berio, causa l’affollamento di persone.
Il gesso, ora esposto, fu personalmente donato da Canova al suo mecenate Falier, forse per stupire in laguna anche i compatrioti. “Canova e l’Antico” non è soltanto un grande evento espositivo, ma un vero e proprio viaggio di conoscenza nell’universo dello scultore: itinerari appositamente proposti dal Museo permettono così di riscoprire i legami tra l’artista e la città di Napoli, mentre è vasta l’offerta di laboratori e attività didattiche per raccontare la mostra, il modus operandi dell’artista e l’innovazione della sua arte anche ai più piccoli.
In particolare, oltre all’importante catalogo Electa che accompagna l’esposizione – ricco di saggi e schede con raffronti fra opere canoviane e opere antiche – torna nell’occasione anche la serie illustrata, ideata per i giovani frequentatori del Mann, edita sempre da Electa, con protagonista il giovane Nico, questa volta alla scoperta di Canova. Ma per il grande scultore neoclassico non è finita e con la mostra di Napoli eccolo approdare nel fantastico mondo di Topolino.
Il settimanale della Panini Editore pubblicherà infatti (in edicola il 1° maggio 2019) la storia a fumetti “Topolinio Canova e la scintilla poetica”. Un’avventura nel filone educational, scritta e disegnata da Blasco Pisapia, per rivivere il viaggio napoletano di Topolino Canova e del suo amico e collega Pippin. Infine al Mann spazio anche all’innovazione multimediale e alla fascinazione dei racconti immersivi con C+ by Magister, declinazione di Magister Canova: due installazioni immersive ad alto contenuto scientifico e di grande potenza emotiva prodotte da Cose Belle d’Italia Media Entertainment e proposte in questa speciale occasione.