Pompei, Tommaso Primo è di scena nell’ambito della rassegna “Note sotto Le Lune”
Pungente ironia, visionaria fantasia e abile utilizzo della lingua napoletana nei versi del cantautore partenopeo
POMPEI. Una Napoli sognante, eternamente divisa fra tradizione, modernità e futuro, paradigma della società moderna, sarà quella raccontata con pungente ironia, visionaria fantasia e abile utilizzo della lingua napoletana dal cantautore partenopeo Tommaso Primo, che sarà protagonista del prossimo concerto live in programma giovedì 11 luglio 2019 (ore 21) presso Le Lune Wine Music (Pompei, via Lepanto 176) nell’ambito della rassegna estiva “Note sotto Le Lune”. Ingresso gratuito.
Nato a Napoli il 17 giugno 1990, Tommaso Primo inizia a scrivere canzoni all’età di 13 anni, prediligendo l’uso della lingua napoletana. Nel 2011 pubblica il suo primo singolo, “Canzone a Carmela”, prodotto da Luciano Liguori, voce e basso de “Il Giardino dei semplici”. È nel 2013, però, che con il brano “Gioia”, duetto con il cantautore e poeta senegalese Ismael, si inserisce nel panorama della musica emergente campana. Nello stesso anno pubblica il suo primo Ep, “Posillipo Interno 3”, prodotto da Oscar Montalbano. Nel novembre 2015 esce il suo primo album “Fate, Sirene e Samurai” prodotto dalle etichette Full Heads e Arealive.
È di un anno fa, invece, “3103”, l’album della svolta di Tommaso Primo: un disco “fantascientifico”, in cui il cantautore pur raccontando (ancora in napoletano) di un futuro immaginario, mette l’analisi politica e sociale al centro del messaggio. Il cd affronta temi di più ampio respiro, come il futuro del pianeta, il consumismo e la salvaguardia dell’ambiente: ironico sui cliché della società moderna, deciso nel messaggio ecologista, feroce nella critica al potere. Il sound si ispira alla tradizione soul statunitense con sfumature tropicaliste e innesti r’n’b e rap, il tutto condito da un suono vintage che omaggia gli anni ’70 e ’80.
Emblematico dell’album è il brano “Cassiopea”, che racconta di un pianeta Terra nel 3103 ormai ridotto al collasso e che si prepara all’evacuazione; l’autore ci parla di una umanità che si appresta a lasciare per sempre la propria casa, alla ricerca di un nuovo posto dove poter continuare la propria esistenza: «Emigranti spaziali a bordo di un’astronave, spaesati e impauriti verso l’ignoto, ognuno con la propria storia ma tutti, per la prima volta, con un solo destino».