Scala, la storia del borgo raccontata attraverso le vicende della famiglia Mansi
Un punto di partenza per indagini future, poiché molti aspetti storici e civili locali restano ancora da scandagliare
SCALA. Lunedì 26 agosto 2019, nella chiesa di San Pietro in Campoleone, a Scala (Salerno), la Proloco Scala-Costa d’Amalfi, con il patrocinio della Regione Campania, dell’E.p.t. di Salerno, del Centro di Cultura e Storia Amalfitana, del Comune di Scala, dell’associazione Ravello Nostra, del Museo del Duomo di Ravello, dell’Unpli di Salerno, ha organizzato un incontro di studio su “Progetto Memoria – documenti e monumenti della famiglia Mansi di Scala”.
Nel corso della serata si è avuta anche la presentazione ufficiale del saggio: “L’araldica nel Fondo Mansi – Familiarum nobilium ducatus Amalphitani stemmata”, scritto da Angelandrea Casale, Felice Marciano e Vincenzo Amorosi. Alla presenza di un folto pubblico hanno portato il loro saluto: p. Vincenzo Lo Iodice, parroco dei SS. Lorenzo e Caterina, il dr. Ricciotti Mansi, vicepresidente della Proloco Scala Costa d’Amalfi, l’avv. Paolo Imperato, presidente dell’associazione Ravello Nostra, il dott. Salvatore Ulisse Di Palma, noto studioso e vicesindaco di Ravello, il prof. Luigi Buonocore, direttore del Museo del Duomo di Ravello.
Hanno relazionato mons. Giuseppe Imperato, parroco e studioso locale, il quale ha approntato il suo intervento sulla genealogia della famiglia Mansi, con particolare riguardo ad Eleonora Mansi (filantropa, nata a Napoli il 2 febbraio 1904 dall’avvocato Gaetano Mansi e dalla baronessa Maria Consiglia Pitocca), la quale donò all’Abazia di Cava de’ Tirreni il “Fondo Mansi”.
È seguito il contributo del dott. Angelandrea Casale, ispettore on. del Parco Archeologico di Pompei (intervenuto anche a nome degli altri due autori), il quale con l’ausilio di videoproiezione ha illustrato il fondo archivistico di d. Gaetano Mansi, erudito di fine Settecento, conservato alla badia di Cava, con particolare riguardo all’araldica e alle antiche famiglie del Ducato di Amalfi. Infine l’arch. Giulia Proto, studiosa di Scala, ha parlato del suo approfondito studio sull’antico Palazzo Mansi, originario palazzo vescovile dell’abolita diocesi di Ravello-Scala (1818).
Ha moderato i lavori lo storico amalfitano prof. Giuseppe Gargano. Il dott. Luigi Giordano, presidente della Proloco, nella nota apparsa sulla locandina della giornata di studio, ha ricordato che le ricerche effettuate costituiscono un punto di partenza per indagini future, poiché molti aspetti storici e civili di Scala restano ancora da scandagliare al fine di incrementare la conoscenza di un periodo della storia locale ancora poco noto.