Invasione di quadrifogli in città, i giovani vestono “made in Pompei”
Take It Easy è il nuovo brand di abbigliamento sportivo lanciato dall’imprenditore pompeiano Salvatore Prisco
POMPEI. Invasione di quadrifogli in città! Sempre più ragazzi indossano i capi d’abbigliamento targati “Take it easy”, il marchio “made in Pompei” nato dall’idea del giovane Salvatore Prisco. Dopo anni di lavoro nell’azienda di famiglia, Salvatore ha deciso di lanciare sul mercato il suo brand personale. Il logo scelto non è casuale: un quadrifoglio come simbolo di buona sorte, ma anche come messaggio alle folle: la fortuna – dice lui – bisogna sapersela costruire. E noi ci siamo fatti raccontare come sta provando a costruire la sua.
Dall’azienda di famiglia a “Take it easy”. Ci racconti un po’ questo tuo percorso nel settore della moda?
«Ho iniziato a lavorare in questo campo perché i miei genitori avevano un’azienda che produce abbigliamento per bambine. Quando loro sei anni fa si sono separati e mio padre ha cambiato lavoro, io ho cominciato ad aiutare mia madre più assiduamente in quella attività. So di essere stato molto fortunato perché una volta compiuti 18 anni avevo praticamente già un lavoro, ma non volevo occuparmi solo di vestiti da bambina, così ho lanciato un marchio d’abbigliamento mio».
Com’è nata l’idea?
«In realtà è successo per caso. Una volta ho prodotto una maglietta per me stesso con un quadrifoglio e l’ho indossata per delle attività sportive. Non avevo ancora in mente di creare un brand, ma ai miei amici è piaciuta e hanno iniziato a comprarla. Così ho creato la pagina Instagram takeiteasy_brand e l’e-commerce www.takeiteasystore.com. Per il nome ho preso ispirazione da una frase che usa spesso la mia ragazza».
Quindi chi sono oggi le persone a cui si rivolge “Take it easy”?
«Gli sportivi, soprattutto. Non a caso lo stiamo pubblicizzando molto con video e foto di persone che indossano i miei capi per praticare sport estremi. Nelle ultime settimane, però, abbiamo iniziato a fare anche vestiti per bambini e bambine. Mi piaceva l’idea di abbinare genitori e figli, e poi per me è un po’ un ritorno alle origini, dato che l’abbigliamento mi ricorda la famiglia. Sono due cose che non posso scindere».
Ma tu nella vita volevi fare questo già da bambino?
«In realtà no, l’abbigliamento a me non è mai piaciuto. Mi sono sempre immaginato come uno sportivo, infatti pratico taekwondo da quando avevo 4 anni e attualmente lo insegno, anche se ho smesso di allenarmi a giugno di quest’anno, quando è venuto a mancare il mio maestro. Oggi, però, mi piace un sacco vedere ragazzi che vanno in giro per Pompei con la mia maglietta. Non so se farò questo per tutta la vita, però sono felice di aver intrapreso questa strada per ora».
E ti piacerebbe continuare a godere di queste soddisfazioni qui a Pompei o vorresti che il tuo lavoro ti portasse altrove?
«Veramente ho già avuto diverse occasioni per andare all’estero, ma ci tengo alle mie origini e ho sempre voluto rimanere qui. Mi dispiace solo che, per il momento, tra tutti i negozi che mi hanno contattato per vendere i miei vestiti non ce ne sia neanche uno di Pompei. Anche i negozianti con cui ho parlato personalmente mi hanno rifiutato la merce, nonostante altri stiano vendendo bene e siano loro a chiamare me».
Secondo te è difficile fare questo lavoro in una realtà piccola e del Sud?
«Secondo me è difficile in generale. Oggi le persone seguono la moda, i brand importanti. Se il mio marchio non verrà indossato da nessuno di famoso, probabilmente prima o poi anche gli altri smetteranno di comprarlo».
E se potessi decidere tu il personaggio famoso da cui farlo indossare?
«Così su due piedi mi viene in mente Stefano De Martino, che penso incarni bene la passione per gli sport all’area aperta, ma anche il valore della famiglia».