Riapre via del Vesuvio: ecco le nuove meraviglie da visitare a Pompei
POMPEI. La città antica continua a regalare emozioni, con l’apertura al pubblico di Via del Vesuvio (nella foto di copertina), di due edifici inediti (la domus di Leda e il Cigno e le Terme Centrali, mai aperti prima d’ora ai visitatori) e con il ritorno alla fruizione, al termine di importanti interventi di manutenzione, della Casa degli Amorini Dorati, una delle più belle dimore di Pompei. Tre gioielli che vanno ad arricchire ancora di più l’offerta culturale e archeologica della città antica.
La Domus di Leda e il Cigno è stata rinvenuta nel 2018 lungo via del Vesuvio, durante gli interventi di messa in sicurezza dei fronti di scavo della Regio V di Pompei. Si tratta dunque di un edificio inedito per i visitatori di Pompei. La casa prende il nome dal raffinato affresco presente in un cubicolo (stanza da letto).
La scena piena di sensualità rappresenta il congiungimento tra Giove, trasformatosi in cigno, e Leda, moglie di Tindaro re di Sparta. L’intera stanza è caratterizzata da decori raffinati di IV stile, con delicati ornamenti floreali, intervallati da grifoni con cornucopie, amorini volanti, nature morte e scene di lotte tra animali.
Alle spalle dell’ambiente anche parte dell’atrio della dimora, con pareti dai vividi colori e l’affresco di Narciso, al centro di una di esse, che lo vede specchiarsi nell’acqua rapito dalla sua immagine, secondo l’iconografia classica. Su una delle pareti dell’atrio, posto di fronte all’ingresso della casa è di recente emersa anche una grande figura di Hermes (Mercurio) dai vivaci colori.
L’amore e la soavità dei sensi, nelle più svariate forme, trasudano dalle stanze di questa elegante dimora, che già dal corridoio di ingresso accoglieva gli ospiti con l’immagine vigorosa e di buon auspicio del Priapo, in analogia con quella della vicina Casa dei Vettii.
Il complesso delle Terme Centrali, dopo i restauri, apre per la prima volta al pubblico nella storia di Pompei. L’intero complesso è stato oggetto di interventi di consolidamento e di restauro realizzati con fondi ordinari del Parco Archeologico di Pompei.
Poste all’incrocio tra via di Nola e via Stabiana, le terme si sviluppano sullo spazio di un intero isolato (l’insula 4 della Regio IX) riutilizzato a seguito dello spianamento degli edifici preesistenti, probabilmente danneggiati dal terremoto del 62 d.C.
Al momento dell’eruzione del 79 d.C. la costruzione del complesso non risultava ultimata, ma l’ambizioso progetto di monumentalità si intuisce già dalla facciata che dà sul cortile. Le sale per i bagni si presentavano molto più spaziose e luminose rispetto alle altre terme di Pompei.
In uno degli ambienti di ingresso dell’edificio termale è in esposizione il calco dello scheletro di un bambino di circa 7-8 anni, rinvenuto nell’aprile 2018 durante i lavori alle Terme Centrali.
Lo scheletro emerse durante la pulizia di un ambiente di ingresso: il fanciullo, in fuga dalla tremenda eruzione, aveva trovato inutilmente ricovero nelle terme. Qui riuscì ad evitare i lapilli, ma non il flusso piroclastico (mix di gas e materiale vulcanico) che, con la sua furia inarrestabile, penetrò dalle finestre e lo inghiottì per sempre.
Torna visitabile, infine, anche la Casa degli Amorini Dorati. La Domus riapre al termine degli interventi di manutenzione, a cura di Ales, che hanno interessato la messa in sicurezza degli apparati, con integrazioni delle lacune dei mosaici pavimentali e degli intonaci, la messa in opera di dissuasori anti volatili, la realizzazione di una passerella di accesso e la pulitura delle strutture archeologiche.
La casa, una delle più eleganti abitazioni di età imperiale, deve il suo nome agli amorini incisi su due medaglioni d’oro che ornavano un cubicolo del portico e che oggi sono conservati al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
«Negli ultimi cinque anni Pompei è diventato un modello di efficace gestione, riconosciuto dalla stessa Commissione Europea, che ha permesso di superare con successo una stagione difficile. L’apertura della Via del Vesuvio con la domus di Leda e il Cigno e del complesso delle Terme Centrali, insieme alla riapertura della Casa degli Amorini Dorati, sono un tassello ulteriore della grande opera di riqualificazione frutto del Grande Progetto Pompei». Così il ministro dei beni culturali, Dario Franceschini, è intervenuto nel giorno della riapertura di via del Vesuvio negli Scavi di Pompei.
«Si tratta – conclude quindi il ministro Franceschini – di un modello virtuoso di impiego di risorse europee che nell’arco di tempo di diversi anni ha permesso di mettere in sicurezza e restaurare parte importante dell’antica città, realizzare un percorso accessibile a tutti, dotare il sito archeologico di copertura WiFi e di dare avvio a una nuova, felice stagione di scavi che sta portando a importanti scoperte».