Pompei, quando il carretto passava e quell’uomo gridava “Accattateve ‘o Pullecenella!”

POMPEI. Ricordo che spesso da bambino, la domenica, andavo a messa con mio nonno e all’uscita dal Santuario, sul sagrato di piazza Bartolo Longo, allora molto affollata, ci imbattevamo puntualmente nel venditore ambulante dei Pulcinella musicali, che gridava tra la folla: «Accattateve ‘o Pullecenella… ‘O Pullecenella dint’ ‘o cuppetiello».

Costui era un vero personaggio, con una cesta di vimini legata intorno al collo che, scendendo sul petto, diventava un espositore portatile, una “vetrina” quasi, nella quale erano ordinatamente contenute decine di questi piccoli coni con le sembianze della maschera più amata e conosciuta da queste parti.

Per noi ragazzini degli anni Ottanta quella marionetta “musicale” di Pulcinella era un vero e proprio divertimento. A quei temp, d’altra parte, ci si divertiva con poco: non c’erano tutti questi giochi elettronici e soprattutto non esistevano i cellulari, che stanno rovinando i bambini di oggi rendendoli veri e propri automi.

Il venditore camminava adoperando uno dei Pulcinella: soffiandoci dentro, riusciva a ricreare un motivetto napoletano del tipo: “Comme facette mammeta” (famosissima canzone del 1906 di Salvatore Gambardella e Giuseppe Capaldo).

La rudimentale marionetta, infatti, era formata da un cono di cartone, dotato di una “trombetta”, dal quale sbucava la testa di Pulcinella (solitamente in terracotta) rigorosamente vestito di bianco.

Un semplice meccanismo, realizzato con il filo di ferro all’interno del cono cartonato, azionava il movimento della testa, che permetteva di far “apparire” e “scomparire” Pulcinella a piacimento, a ritmo di musica (qualche esempio di giocattolo simile si trova ancora oggi in vendita su Amazon). Uno spasso indescrivibile per i bambini dell’epoca (compreso il sottoscritto).

Esisteva però anche un’altra variante della marionetta. Consisteva sempre in un busto di Pulcinella, che però alle braccia aveva dei piccoli piatti musicali ed era incollato su un carrettino colorato, il quale si poteva guidare con un manico di legno.

Un meccanismo azionato dal movimento della ruota del carrettino faceva sì che Pulcinella potesse addirittura suonare i piatti a suon di musica! Cosa desiderare di più?

Ricordo che gli adulti per distoglierci dal comprare (specialmente per quanto riguarda la marionetta con la trombetta) dicevano che “era pericoloso, perché la parte iniziale della trombetta, nel soffiare, poteva essere facilmente ingerita”.

Ogni volta che provavo a suonare anche io il motivetto napoletano non ci riuscivo mai e sapete perché? Perché secondo me la trombetta del Pulcinella che aveva tra le mani il venditore era truccata! Ma questo non lo scopriremo mai, sarà uno dei misteri tipo il “triangolo delle Bermuda”!

Luigi Ametrano

Luigi Ametrano

Imprenditore alberghiero con la passione per la scrittura e la storia recente di Pompei

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *