La Casa di Leda e il Cigno nella Regio V di Pompei: una domus con affreschi carichi di sensualità
POMPEI. Percorrendo Via del Vesuvio in direzione nord è possibile ammirare la Casa di Leda e il Cigno – venuta alla luce durante i recenti scavi nella Regio V – che prende il nome proprio dallo stupendo affresco ritrovato nella splendida Domus. La bellissima Leda, moglie di Tindaro e regina di Sparta è apparsa in tutta la sua bellezza su un affresco proveniente da un cubiculum di questa domus.
L’abitazione, che ha preso il nome dalla pittura, è stata messa in luce durante i recenti interventi di messa in sicurezza dei fronti di scavo della Regio V. Sulla parete, la donna a il Cigno/Zeus sono colti durante l’amplesso e spiccano per la loro audace sensualità.
Dall’unione tra la moglie di Tindaro, re di Sparta e il Giove trasformato in cigno, nasceranno, fuoriuscendo da uova, i gemelli Castore e Polluce (i Dioscuri), Elena, futura moglie di Menelao re di Sparta e amante di Paride, il cui amore, ricordiamo, scatenò la guerra di Troia, e Clitennestra, sposa e assassina di Agamennone, fratello di Menelao.
Il famoso mito classico non è nuovo ad essere rappresentato all’interno delle domus della città, segno che i proprietari godevano di un certo spessore culturale, che spesso si manifestava nella scelta di determinati soggetti affrescati sulla ricca decorazione parietale.
A Pompei, infatti, il mito di Leda lo ricordiamo anche nella Casa del Citarista, nella Casa della Venere in Conchiglia, della Regina Margherita, di Meleagro, dei Capitelli Colorati o di Arianna, della Caccia Antica, di Fabio Rufo, della Fontana d’Amore, degli Amorini Dorati e forse nella casa di L. Rapinasius Optatus.
Il mito compare anche in alcune domus di Ercolano e Stabia, ma gli affreschi sono stati staccati quando si scavò nei siti e le opere furono portate al Museo Archeologico di Napoli dove ancora oggi possono essere ammirate in tutta la loro potenza espressiva. Il soggetto, a conferma della sua popolarità, compare anche sull’argenteria, ora esposta al Louvre, del cosiddetto tesoro di Boscoreale.
L’affresco di Leda e il Cigno proviene da un ambiente, probabilmente una stanza da letto, di una casa lungo via del Vesuvio, ed è posto accanto ad un corridoio d’ingresso dove già in precedenza venne individuato il Priapo analogo a quello della Casa dei Vettii, con il fallo eretto sulla bilancia.
L’intera stanza spicca per raffinatezza con decorazioni in IV stile e anche il soffitto, rovinosamente crollato dopo la catastrofe del 79 d.C., presentava la stessa armonia decorativa vista nell’intero cubiculum e si deve al paziente e sapiente lavoro dei restauratori la conoscenza della trama pittorica.
La ricchezza della domus aveva una continuità anche con altri preziosi affreschi che decoravano parte dell’atrio: tra questi spicca l’affresco di Narciso che si specchia nell’acqua rapito dalla sua immagine.
Interessante, sempre nell’atrio, la traccia ancora visibile delle scale che conducevano al piano superiore e il ritrovamento, nel sottoscala utilizzato come deposito, di una dozzina di contenitori in vetro, 8 anfore e un imbuto in bronzo. Su un’altra parete dell’atrio è emerso anche un grande affresco di Mercurio (Hermes) dai vivaci colori.