Father&Son: il videogame del Mann ora è tradotto anche in napoletano
NAPOLI. I record si susseguono: nel 2017, “Father&Son”, realizzato dall’associazione “Tuo Museo” per il Mann, è stato il primo videogioco narrativo in 2D a scorrimento laterale, prodotto da un museo archeologico e lanciato in tutto il mondo; dal 27 marzo 2020 su Google Play e a seguire su App Store, sarà possibile scaricare anche la versione in napoletano del game, che, ancora in un unicum planetario, combinerà la celebrazione della dignità della lingua con gli intenti di divulgazione culturale, condivisione sociale e promozione tecnologica del patrimonio.
E gli orizzonti, naturalmente, non si esauriranno qui; dal 20 aprile, infatti, saranno disponibili le versioni in tedesco e giapponese del gioco; a tre anni dal debutto della prima edizione, nell’autunno di quest’anno, sarà lanciato l’atteso sequel di “Father and son”: dalla simbolica storia di un ragazzo, che riscopre il padre scomparso grazie ad un suggestivo viaggio di riconoscimento nella sale del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, si passerà, nella continuazione del racconto, ad un percorso sulle infinite possibilità della vita.
«Lavorare oggi sulla digitalizzazione e l’innovazione dei Musei, fortemente voluta e sostenuta dal Mibact, vuol dire lavorare anche sul gaming, ormai riconosciuto strumento di condivisione e accessibilità; farlo nella difficilissima situazione attuale, che ha imposto una forte accelerata in questo senso all’intera società italiana, ci motiva sempre di più nel percorso intrapreso tre anni fa con Father & Son. Avrà quindi un sequel, già quasi pronto e che lanceremo il prossimo autunno, il primo videogioco completamente gratuito prodotto da un museo archeologico. E anche questa seconda puntata manterrà un’altissima qualità artistica grazie alla creatività del team di Fabio Viola, eccellenza italiana del settore. Da aprile intanto saranno rilasciate le versioni in tedesco e giapponese e, in questi giorni, una deliziosa “traduzione” in napoletano della “prima puntata”. Confesso che vedere il giovane Michael passeggiare verso il Museo Archeologico tra la folla, i colori e i rumori del traffico, chiacchierando nella lingua di Eduardo, tra un caffè e il calcio ad un pallone, mi ha commosso ed emozionato. Si tratta di una versione alla quale tengo particolarmente anche perché è stata realizzata insieme ad un gruppo di studenti dei quartieri popolari della città e che ora approda, insieme alle altre nove traduzioni, sulle piattaforme mondiali. Coinvolgere grazie a una esperienza ludica, allargare le conoscenze con un linguaggio nuovo e globale per raccontare al mondo la nostra storia: ora che il binomio cultura-videogiochi non fa più paura; credo, infine, che prodotti come Father&Son possano essere utilizzati con profitto anche alla scuola digitale. Presto torneremo a “sbloccare” tutti insieme il nostro gioco nelle sale del meraviglioso Mann», commenta il direttore del Museo, Paolo Giulierini.
I numeri raccontano il successo di “Father&Son”: 4 milioni di download in 97 Paesi del mondo (particolare l’interesse in Cina, da cui proviene il 43% dei giocatori), un indice di gradimento di 4.5 su App Store e 4.6 su Google Play, 920mila ore spese dagli utenti, in maggior parte adulti over 35, per completare i diversi livelli della sfida.
Eppure, una delle scommesse più significative del game resta quella di allargare le maglie del racconto, grazie all’ampliamento del sistema delle traduzioni ed alla proiezione della storia in una seconda ed avvincente puntata. Certosino il procedimento di traduzione del game in dialetto, grazie al lavoro portato innanzi dall’avvocato Vincenzo De Falco, curatore del noto compendio sull’Alfabeto napoletano
Lo screening per la selezione dei vocaboli è stato basato su una ricerca “sul campo”, in cui il confronto con gli studenti partenopei si è intrecciato ai diversi linguaggi della comunicazione, partendo dalla canzone; la scelta del traduttore si è concentrata su vocaboli correnti e mai stilizzati, che hanno mantenuto, nel corso del tempo, lo stesso significato (cosa non sempre frequente nelle veloci evoluzioni della lingua).
Nella versione “partenopea” del game, è sottolineato, ancora, il verosimile utilizzo del napoletano come base del parlato alla corte dei Borbone: una dimestichezza linguistica tanto diffusa da essere probabilmente “esportata” ed applicata anche nei rapporti diplomatici all’interno dell’entourage di Caterina di Russia.
«La versione in napoletano di Father &Son giunge a poco meno di tre anni dal suo rilascio sugli store mondiali e va ad aggiungersi alle altre versioni in lingua del videogioco (inglese, francese, russo, cinese, spagnolo e portoghese), attualmente disponibili. Sono inoltre previste, nel prossimo mese di aprile, le ulteriori versioni in lingua tedesca e giapponese, per un totale di 10 lingue. Lo sforzo compiuto dal Museo di rendere disponibile l’app in un numero così elevato di lingue (dieci) è giustificato dal successo internazionale di Father&Son, giunto alle soglie dei 4 milioni di download da ogni parte del mondo. L’Italia, nella classifica per Paese, pesa infatti poco più del 7%. La versione in napoletano è spiegata dalla volontà del direttore del Mann, Paolo Giulierini, di cogliere un’occasione per rafforzare sempre più il radicamento del museo con il proprio territorio di appartenenza. A ciò si aggiunge la consapevolezza della dignità di tale dialetto ad essere considerata una lingua a tutti gli effetti», commenta Ludovico Solima (Università della Campania “Luigi Vanvitelli”), ideatore del videogame “Father&Son”.
Nell’attesa del lancio del sequel di “Father&Son”, alcune anticipazioni sui contenuti della nuova puntata: i players potranno seguire le storie parallele che si profilano nella vita di una donna napoletana, Gloria. Partendo da una tipica situazione di crossroads esistenziali (sposarsi o meno), la protagonista visiterà le collezioni del Mann, incontrando alcuni personaggi che hanno segnato la storia antica e quella più recente, in un suggestivo cortocircuito temporale tipico della prima edizione del game.
Il viaggio di Gloria toccherà il Tempio di Iside e le sale degli Affreschi, si soffermerà sulla Villa dei Papiri e sulla collezione Farnese, per poi scoprire anche la sezione “Preistoria e Protostoria” del Museo: tra i capolavori dell’arte antica, Gloria troverà ispirazione nel tormentato amore di Cleopatra; guardando le documentazioni fotografiche presentate nella recente mostra “Hercules alla guerra” (Mann, settembre 2018/gennaio 2019), Gloria diventerà donna ed eroina nella Napoli delle Quattro Giornate.
«Father&Son è diventato simbolo internazionale di un nuovo modo di raccontare il patrimonio. Milioni di persone si sono commosse seguendo la vita di Michael ed il valore universale delle emozioni. I reperti nelle teche ci aiutano a scoprire scelte morali, amori e paure provate da tutti noi tanto nell’Antico Egitto quanto oggi. Napoli è diventata il set di una nuova mitologia contemporanea entrata che ha toccato, ed a volte cambiato, la vita di oltre 4 milioni di persone ed il Mann ha scoperto per primo come il linguaggio del videogioco possa aiutare a creare una saldatura tra il passato ed il futuro rendendo emozionante vivere il presente», afferma Fabio Viola, fondatore di “Tuo Museo” e game designer.