I pasticcieri campani: «La zeppola diventi simbolo della liberazione dal Coronavirus»
POMPEI. Una vera e propria Festa della Liberazione della pasticceria (e di tutta la gastronomia) come idea propositiva a fondamento della “Zeppola-day”. Dolce emblema, che come la “Cassata di Oplonti” trova riscontro nei reperti archeologici dell’antica Pompeii del radicamento dell’arte bianca.
Su queste basi sono arrivate centinaia di adesioni da parte di pastry chef stellati (come Sal De Riso) alla rete dello “Zeppola-day” ideata da Marco Infante con lo scopo di dedicare una giornata speciale alla preparazione del dolce tradizionale della Festa del Papà, partendo proprio da Pompei, città in cui Marco De Vivo, Salvatore Gabbiano e Gennaro Peluso rinnovano ogni giorno il valore incomparabile della tradizione antica nell’ambito delle eccellenze tricolori.
Parliamo di un’iniziativa che doveva decollare il 19 marzo scorso (festa di San Giuseppe) ma si è fermata a causa della pandemia di coronavirus, anche se ha fatto da collante alla solidarietà di un ceto produttivo esemplare nella storia locale e nazionale, che reclama con tono consapevole la riapertura, al 3 maggio 2020, della vendita diretta (e domiciliare) di sfogliatelle, pastiere, torte e zeppole di San Giuseppe.
La proposta di Marco Infante, dinamico presidente, per acclamazione generale via Whatsapp, della rete dei pasticcieri dello “Zeppola-day” consiste nel trasformare la ricorrenza laica e “goduriosa” della zeppola di San Giuseppe in una «dolce ricorrenza di Liberazione Nazionale dal coronavirus».
«Siamo consapevoli che dovremo condividere con le Istituzioni una ripresa meditata e prudente dell’economia – commenta Infante – per questo motivo proponiamo la ripresa della vendita diretta di sfogliatelle, babà, zeppole e pastiere insieme alle pizze napoletane e alle altre specialità d’asporto della gastronomia locale e nazionale».