Pompei, l’associazione Regina Elena ricorda il genocidio del popolo armeno

POMPEI. Bandiere armene esposte ai balconi e ceri accesi a Pompei, ma anche nel capoluogo campano, in provincia di Napoli e nel Casertano: si commemora oggi, infatti, il 105esimo anniversario dal massacro del popolo armeno, le deportazioni dell’Impero Ottomano che causarono circa un milione e mezzo di morti.

Come ogni anno l’associazione internazionale Regina Elena onlus, insieme alla Comunità Armena di Napoli, ha inteso promuovere iniziative per ricordare quello che viene considerato come uno dei primi genocidi del Novecento: «A causa dell’emergenza legata al Covid-19 – fanno sapere gli esponenti dell’associazione – e delle varie restrizioni, non abbiamo potuto recarci al monumento del Khachkar (Croce di pietra) a San Gregorio Armeno, inaugurato nel 2015».

Per questo motivo i responsabili della onlus hanno chiesto di esporre la bandiera armena o la bandiera nazionale listata a lutto dai balconi, accendendo un cero in memoria degli armeni massacrati.

Si rinnova così lo speciale legame creatosi tra Pompei e la comunità Armena già nel settembre del 1920, quando il Beato Bartolo Longo accolse nell’allora Valle di Pompei un venerando superstite dell’episcopato armeno, mons. Giovanni Naslian (1875-1957), ultimo vescovo di Trebisonda (1911-28) ed arcivescovo titolare di Tarso degli Armeni.

Un legame rinsaldato poi sin dal 2006 con cerimonie, convegni, mostre ed altre attività culturali da Rodolfo Armenio, presidente del Comitato per il riconoscimento del Genocidio Armeno nato in seno all’associazione internazionale Regina Elena, e continuato negli anni con Gevorg Tovmasyan, uno dei responsabili della Comunità Armena della Campania.

Redazione Made in Pompei

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Made in Pompei è una rivista mensile di promozione territoriale e di informazione culturale fondata nel 2010.

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