Bloccati a Pompei per il lockdown, aspettano oltre due mesi per visitare gli Scavi

POMPEI. Tra i primi turisti a varcare la soglia degli Scavi di Pompei dopo il lockdown imposto dalla pandemia di Covid-19, ce ne sono due che probabilmente meritano di entrare di diritto nell’albo dei turisti più celebri della storia della città vesuviana.

Si tratta di due visitatori statunitensi, Marvin e Colleen Hewson, lui 75 anni, lei poco più giovane, che sono rimasti “bloccati” a Pompei durante tutta la durata della quarantena e oltre. Precisamente fino alla tanto attesa riapertura della città antica, che hanno potuto visitare lo scorso 26 maggio.

I coniugi Hewson, residenti a Clinton Township, vicino a Detroit, nel Michigan, in occasione del loro trentesimo anniversario di matrimonio, avevano progettato un viaggio in Italia e tra le tappe, ovviamente, non poteva di certo mancare Pompei.

Il destino, però, ha voluto che i due turisti degli States arrivassero nella cittadina alle falde del Vesuvio soltanto il 7 marzo, vale a dire il giorno prima che l’area archeologica chiudesse al pubblico, così come previsto dalle misure del Governo per il contenimento dell’epidemia da coronavirus.

Hanno contattato il Consolato statunitense a Napoli, ma il blocco internazionale dei voli ha reso praticamente impossibile il loro ritorno a casa. Insomma si sono trovati in un Paese straniero per di più in un momento in cui il mondo tremava e si chiudeva in casa per l’incubo del Covid-19.

Una situazione a dir poco critica che avrebbe potuto gettare nello sconforto chiunque. Ma non i signori Hewson. Non in Campania. Non a Pompei, davanti alla bellezza della città antica, che per più di due mesi e mezzo hanno potuto ammirare solo dall’esterno.

«Abbiamo capito che qui, in una piccola città, eravamo al sicuro» ha rivelato Colleen a Bloomberg, aggiungendo: «Gli italiani sono stati disciplinati, non hanno avuto alcun problema a indossare mascherina e guanti e a rispettare le distanze».

Alla fine è nato uno speciale feeling con la città, con il modo di vivere dei pompeiani e con il titolare del b&b che li ospitava, Fabio Sposato, che a un certo punto non ha preteso più nemmeno il pagamento della stanza, ospitando i due turisti come persone di famiglia.

Oltre a fare la spesa nei negozi del posto Marvin e Colleen hanno imparato a raccogliere arance e limoni e addirittura – come hanno raccontato al New York Times – a fare il limoncello. E lasciarsi affascinare dalla veduta dall’esterno degli Scavi vuoti è stato uno dei loro passatempi preferiti.

Marvin era già stato a Pompei negli anni Sessanta, quando era arruolato nella Marina Usa, ma aveva giurato di ritornarci e così è stato. Per Colleen è stata invece la prima visita alla città antica, ma adesso anche lei, dopo la positiva esperienza vissuta, già non vede l’ora di ritornare.

Alla fine, osservando soprattutto i loro sguardi soddisfatti mentre passeggiano per le strade della città distrutta dal Vesuvio, si capisce che è valsa la pena aspettare due mesi e mezzo per vedere Pompei.

Adesso possono tornare soddisfatti in Michigan: lì ad aspettarli ci sono i familiari, a cui potranno raccontare tutti i particolari della straordinaria esperienza vissuta in Italia. Quale spot migliore per il turismo a Pompei?

Marco Pirollo

Marco Pirollo

Giornalista, nel 2010 fonda e tuttora dirige Made in Pompei, rivista di cronaca locale e promozione territoriale.

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