Cagliosa: il romanzo che racconta il calcio dilettantistico tra gioventù disagiata e periferie degradate
NAPOLI. “Cagliosa” di Giuseppe Franza è un romanzo che parla di sport dilettantistico, amore e odio nei confronti del calcio e di precarietà morale e sociale. Ambientato nella provincia napoletana, il testo è la cronaca di un campionato minore, giocato su campi disastrati da calciatori non troppo rispettosi delle regole fondamentali dello sport.
Il protagonista della storia si chiama Giovanni Croce, è un venticinquenne napoletano che ruba motorini e nel tempo libero gioca a calcio nella squadra del suo quartiere: il Rione Incis Club, formazione di dilettanti iscritta al Girone C della Terza Categoria.
Attraverso il racconto di ogni partita della stagione della Incis (i capitoli del libro sono ventidue come le giornate del campionato), Giovanni detto Vangò riscopre la propria passione, forse da tempo sopita o solo delusa, per il calcio.
Nel campo e fuori egli cerca una via concreta per allontanarsi dal male che lo avvince e che lo spinge a rimanere intrappolato in quel sottosuolo fatto di piccoli crimini e angosce che è la sua vita.
Giovanni vorrebbe provare a crescere, vorrebbe migliorarsi, e per questo sogna a occhi aperti di fuggire dal proprio rione, senza averne il coraggio.
La spinta per cambiare verrà da un incontro con una bella giornalista sportiva, che diventerà la sua ossessione. Stimolato da un sentimento inedito, che lo fa sentire del tutto inadeguato, il ragazzo comincerà allora a rendersi conto di doversi assumere dei rischi e di dover combattere.
Sullo sfondo, prosegue il campionato del Rione Incis Club, ma senza epica e senza soddisfazioni, senza alcun elogio della sportività e del gioco: il campionato di terza categoria descritto da Giuseppe Franza è caratterizzato da risse, scorrettezze, acide rivalità, figuracce e piccole e indegne rivincite.
Non ci sono campioni, né sportivi; malgrado ciò, i calciatori continuano a lottare, scoprendosi giornata dopo giornata sempre più complici. Lontani dai riflettori, su campi polverosi e invasi dall’erbaccia, Giovanni e compagni lottano per resistere alla forza centrifuga del non senso, per diventare uomini.