Dal minigolf un segnale di speranza: a Pompei si è disputato il consueto Torneo amatoriale
POMPEI. Come ogni anno,quest’anno sabato 24 ottobre 2020, si è svolto il consueto South Italy Golf Cup presso l’impianto internazionale omologato di golf su pista – minigolf di Pompei. L’iniziativa è stata promossa dall’Asd Minigolf Club Pompei.
Questo è stato l’undicesimo anno consecutivo in cui si è giocato a minigolf a Pompei, tra campo-gioco Fantasy ed Impianto sportivo regolamentare, l’unico del Sud Italia omologato internazionale. L’edizione 2020 del Torneo è stata inevitabilmente segnata da un serie di difficoltà scaturite dalla pandemia di Covid19 che interessa ormai tutto il pianeta. Ma lo sport, e in particolare il minigolf, una di quelle attività sportive considerate a minor rischio di contagio, prova ad andare avanti. Ne parliamo con Michele Spiezia, presidente dell’Asd Minigolf Club di Pompei.
Anche quest’anno, quindi, Pompei ha avuto il suo Torneo di Minigolf.
«Sì, abbiamo voluto fortemente andare avanti, eravamo pronti con i protocolli di sicurezza che ce lo consentivano, c’era anche quello della federazione Figsp che già prevedeva le procedure, e non parlo solo dell’uso della mascherina obbligatoria, guanti, distanziamento, divieto di fare assembramenti, premiazioni, festeggiamenti, parlo della dinamica del gioco del Golf su Pista – Minigolf, che è forse una delle poche attività ludico-ricreative e sportive che si possono ancora praticare».
Perché il minigolf è considerato tra gli sport più sicuri?
«Si gioca singolarmente e con materiale tecnico personale, si gioca a metri di distanza tra competitor pur giocando insieme, si può giocare anche a squadre visto che il punteggio della squadra è semplicemente la somma dei punteggi dei singoli giocatori. Il discorso-ragionamento che è andato per la maggiore è proprio questo, in questo momento in cui sono vietati gli sport di contatto il minigolf potrebbe essere una attività praticabile, e potrebbe essere la via di fuga ai tanti adulti e ragazzi che hanno perso il riferimento di un’altra attività ludico-sportiva che normalmente praticano, e Pompei potrebbe essere all’avanguardia se ci fosse la volontà di tutti nel perseguire fini comuni».
Quest’anno l’organizzazione del Torneo è stata più complicata?
«Quando poche ore prima del via al torneo, è trapelata la notizia che annunciava un nuovo lockdown impellente a causa della pandemia in atto devo dire che c’è stato un momento di sconforto. Poi la notizia che vietava lo spostamento tra province in una città di confine come Pompei, che vive a stretto contatto con altre città, non è da poco. Poi si parlava di coprifuoco, anche le previsioni meteo non promettevano bene… insomma le cose non si mettevano bene, ma non abbiamo mollato e l’evento si è realizzato».
Come hanno risposto all’invito i simpatizzanti e i praticanti del minigolf?
«Le attività sono iniziate in ritardo per un forte temporale che è durato diverse ore proprio nell’orario peggiore, quando molti hanno pensato che non si facesse più. Poi però i soliti soci e simpatizzanti presenti hanno iniziato ed a poco a poco si sono presentati anche altri amici che non volevano mancare all’importante sfida. La partecipazione di nuovi simpatizzanti non è stata come quella degli anni passati, molti hanno avuto paura anche già di uscire di casa, altri temevano il maltempo, altri ancora hanno dato priorità ad altre necessità. Sembrava quasi imminente lo scoppio di una guerra (non sono esagerato), amici e conoscenti esprimevano frustrazione, demoralizzazione, confusione, insicurezza, considerando di dover rivivere a breve un nuovo periodo di lockdown, senza parlare di chi rischia il posto di lavoro, i problemi con i bambini, i ragazzi, gli anziani, gli ospedali».
Però anche le istituzioni hanno mostrato vicinanza e sostegno allo sport.
«Sì, erano presenti anche diversi rappresentanti istituzionali della città di Pompei e città limitrofe, diversi rappresentanti di altre realtà associative locali. Insomma nonostante tutto si è respirato un clima di possibilismo, di fiducia nel futuro, nella possibilità di innescare pratiche pulite, sane, aggregative ma nel rispetto delle regole. Tutti i presenti, nonostante il timore per i giorni a venire pieni di incertezza, erano motivati nel ragionare, nel cercare soluzioni, nel non mollare. Noi sicuramente faremo la nostra parte».
Come si potrebbe raccontare l’esperienza vissuta quest’anno?
«Mai come in quest’anno così funesto per il genere umano ed in particolare per il nostro Paese a causa delle vicende della pandemia Covid-19 e della forte crisi economica e sociale che perdura, non è mai stato più appropriato il titolo di una famosa canzone dei Queen: “The show must go on”. Un anno in cui moltissime persone, attività, associazioni, sono state messe alla prova duramente dalla situazione che si è venuta a creare e dire “Noi ci siamo, lo abbiamo fatto ancora” è già una grande vittoria per tutti».