Non solo viti nei vigneti dell’antica Pompei: accertata la presenza di legumi e alberi da frutto

POMPEI. Pompei è un grande laboratorio a cielo aperto. Grazie alle integrazioni e ricostruzioni del verde nelle domus, dei vivai e dell’orto botanico, nonché alla messa a dimora dei tanti vigneti, soprattutto nelle Regiones I e II, è possibile comprendere l’importanza degli spazi verdi all’interno della città antica.

Le esperienze ricostruttive in queste aree sono iniziate diversi anni fa. Se nei primi tempi seguivano canoni dettati dalla moda delle diverse epoche, successivamente esse sono diventate il risultato di una sempre più consapevole e approfondita conoscenza scientifica basata sulla documentazione archeologica, sugli studi archeobotanici e palinologici (studio dei pollini) e sulle fonti antiche a disposizione.

Tra gli studi più importanti sull’individuazione e sull’interpretazione degli spazi verdi pompeiani, nonché delle tecniche colturali applicate nelle aree produttive, sono da menzionare quelli della studiosa Wilhelmina Feemster Jashemski, che dal 1950 si è occupata anche delle pratiche vitivinicole delle aree in cui sorgono i nuovi vigneti.

Gli studi si basavano sullo scavo sistematico e sull‘analisi dei cosiddetti “eco-fatti”, ovvero di tutti i reperti e le tracce naturali portati in luce durante lo scavo,  sulla loro interpretazione e, a seguire, sull’intreccio di questi dati archeologici con le fonti scritte.

Ed è proprio grazie a questo complesso procedimento che è stato possibile ottenere le prime informazioni sulla viticoltura romana-pompeiana: in precedenza, infatti, le uniche informazioni disponibili provenivano quasi esclusivamente dalle fonti scritte.

Il riconoscimento di ampie aree verdi come vigneti urbani è stato possibile grazie all’individuazione, all’analisi e alla disposizione delle tracce lasciate dalla  disgregazione degli apparati radicali (le radici delle viti, ndr) che, solo nelle Regiones I e II, vantano più di 2.000 esemplari.

Lo scavo e lo studio dei vigneti hanno permesso poi di ricavare ulteriori informazioni riguardanti  la viticoltura romana-pompeiana. In questo modo si è potuto stabilire che i vigneti urbani erano coltivati a mano, dato che le tracce lasciate dalla disgregazione delle radici erano distanti tra loro 4 piedi romani (poco più di un metro). Si tratta di conclusioni che hanno trovato riscontro anche negli scritti di Plinio e Columella.

Dagli studi, inoltre, è stato possibile dedurre una serie di importanti dati sulla coltivazione della vite. La pianta era sostenuta mediante dei supporti, in particolare paletti e graticci, di cui sono stati individuati gli alloggiamenti accanto alle buche lasciate dalla disgregazione delle radici delle viti. Ciò trova conferma anche in alcune fonti scritte.

Nei vigneti erano presenti dei sistemi di drenaggio che consentivano il defluire dell’acqua nel momento in cui ce n’era un eccesso, ma anche di trattenerla nei momenti di siccità.

Inoltre è stata riscontrata la presenza, all’interno del vigneto, di “sentieri” che consentivano il trasporto dei prodotti agricoli verso l’esterno, collegati ai punti di accesso del vigneto.

Una curiosità, emersa durante gli studi specifici, è che nei vigneti dell’antica Pompei non c’erano soltanto viti. È stata infatti rilevata la presenza anche di alberi da frutto (fichi, peri e ulivi), ricavata dallo studio dei reperti archeobotanici e delle buche lasciate dagli apparati radicali.

E non è tutto. È stata accertata anche la presenza di “bauli” tra filari: si tratta, cioè, di rincalzi di terra nei quali sono stati individuati dei semi di legumi. Una caratteristica che trova riscontro anche nelle fonti scritte e che potrebbe testimoniare, oltre alla pratica dell’intercoltura (con presenza di alberi da frutto, viti e prodotti orticoli) anche quella dell’utilizzo di legumi come fertilizzanti dei terreni.

Redazione Made in Pompei

Redazione Made in Pompei

Made in Pompei è una rivista mensile di promozione territoriale e di informazione culturale fondata nel 2010.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *