Con l’anteprima on-line della mostra 19.34, il Mann ricorda il terremoto del 1980
NAPOLI. Una mostra fotografica per una ricorrenza simbolica, quella del tragico terremoto in Campania del 1980, da celebrare con le nuove tecnologie.
La mostra “19.34 – Quaranta anni dopo. La storia in presa diretta. Fotografie di Antonietta De Lillo”, che il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (Mann) ospiterà nel 2021, dopo il rinvio forzato per l’emergenza Covid, sarà quindi presentata in anteprima digitale, a partire da lunedì 23 novembre 2020, sui canali Facebook ed Instagram dell’Istituto.
I contenuti saranno disponibili sul sito di Marechiarofilm, titolare dell’archivio che concederà le immagini inedite di Antonietta De Lillo.
«Il Mann e la memoria – commenta il direttore del Mann, Paolo Giulierini – è una delle direttrici principali della nostra ricerca. Ci è sembrato importante che il Museo di una città, intimamente connessa alla sua storia “archeologica” e, più in generale, culturale e sociale, dedicasse una mostra ai 40 anni del terremoto del 1980. Lo facciamo nella giornata del 23 novembre, anche se in maniera solo digitale, dando appuntamento alla futura esposizione. Trasmettere la memoria viva di ciò che è accaduto 40 anni fa è oggi, in piena emergenza Covid, ancora più significativo. Insieme al ricordo della tragedia vogliamo comunicare alle giovani generazioni anche e sopratutto la capacità di rinascita e di solidarietà, che trasmettono le immagini di questa mostra, il coraggio, le opportunità, l’impegno».
Per Giulierini il parallelismo con l’antichità, tra il terremoto del 1980 e gli eventi catastrofici che nel I secolo d.C. colpirono Ercolano e Pompei, è inevitabile.
«Gli inediti scatti “in presa diretta” di Antonietta De Lillo ci fanno riflettere su una umanità sicuramente non differente da quella che soffrì per simili eventi nell’antichità. Aspetto, questo, che sarà indagato in mostra nel dialogo con i nostri straordinari reperti, a cominciare da un iconico calco umano di Pompei. Una terra abituata a tremare, quella del Sud. E basti pensare al terribile terremoto del 62 d.C. che colpì proprio Pompei ed Ercolano e ai lavori di ristrutturazione mai ultimati, le cui testimonianze sono state “conservate” dall’eruzione del 79 d.C.».
Il direttore del Mann pone poi l’accento sull’apporto delle nuove generazioni in occasione di eventi naturali ma così drammatici.
«Un altro aspetto fondamentale, per la storia del Mann – aggiunge Giulierini – è l’apporto che diedero i giovani a quella rinascita post-terremoto: dallo sviluppo del nostro laboratorio di restauro, alla definizione di una vera e propria coscienza archeologica della città, aspetti spiegati nel contributo video del prof. Antonio de Simone, che di quei giorni fu protagonista».
«Da questa storia – conclude – nasce il nostro grande impegno sugli studi per l’antisismica, che stiamo conducendo insieme all’Università “Federico II” e in rete con i musei della California e del Giappone. Perché le grandi crisi, ieri come oggi, devono indicarci la strada per un futuro migliore».
In occasione del quarantennale del terremoto, che devastò la Campania con particolare violenza nelle aree dell’Avellinese, il Mann riscoprirà pagine indimenticabili della storia: partendo dall’archivio fotografico inedito della regista De Lillo, che agli esordi di carriera è stata fotogiornalista per importanti quotidiani e settimanali, i fan delle piattaforme social dell’istituto avranno un’anteprima degli oltre 100 scatti, che saranno esposti al Museo nel prossimo anno.
Fil rouge della campagna virtuale sarà il claim “Il Mann e la memoria”, che connette la programmazione di importanti attività culturali alla volontà di riscoprire luoghi e momenti topici della storia: in una drammatica fase di pandemia, che ha costretto a posticipare la mostra al 2021, ricordare una fase di crisi (e di successiva ricostruzione) assume un valore particolare.
Esattamente alle 19.34 (la stessa ora in cui si verificò il sisma, quel 23 novembre 1980) di lunedì 23 novembre 2020, così, gli internauti potranno sfogliare, su Facebook, uno slideshow di anteprima dell’exhibit: le fotografie selezionate rappresenteranno un viaggio a ritroso nel tempo per conoscere cronaca e vita della Campania (e dell’Italia).
Le immagini, che saranno fruibili per dieci giorni sul portale di Marechiarofilm, rappresenteranno quasi un ingresso virtuale e metaforico nelle sale della mostra: si partirà, dunque, dai primi scatti in bianco e nero, realizzati da De Lillo all’indomani del terremoto a Sant’Angelo dei Lombardi, Laviano ed in altri centri dell’Irpinia.
«Recuperare parte del mio archivio fotografico – dichiara la regista Antonietta De Lillo – è stata una grande emozione, è stato come guardarmi attraverso un binocolo girato al contrario. Queste immagini mi hanno riportata esattamente alle emozioni che mi hanno spinto a muovermi attraverso la Campania e i borghi dell’Irpinia distrutti dal terremoto».
«Ricordo perfettamente – aggiunge – cosa ho provato nel trovarmi lì a fotografare interi paesi ridotti a un cumulo di macerie, con gli uomini che scendevano dalle montagne portando con sé lenzuola e coperte che avvolgevano cadaveri».
«Ho dovuto per un attimo spostare la macchina fotografica dalla mia faccia – racconta ancora – per sentire quell’umanità dolente e poi ho guardato di nuovo nell’obiettivo e ho scattato. Vedendo queste fotografie oggi mi sembra che questa ricerca di contatto umano sia riuscita a entrare dentro le immagini o, almeno, lo spero».
Ritrovando idealmente i temi della mostra e senza anticipare le caratteristiche dell’allestimento, che sarà ospitato nelle sale 91-93 limitrofe alla Meridiana, la giornata di lunedì 23 novembre 2020 avrà diversi post preparatori dello slideshow delle 19.34.
Si partirà al mattino con alcuni scatti dei danni subiti dal Museo con il sisma del 1980; le fotografie, provenienti dall’Archivio Fotografico del Mann, racconteranno le conseguenze del terremoto, che non ebbe effetti ancora più devastanti grazie al consolidamento dell’edificio, iniziato proprio nel 1975: tra i danni più consistenti, si annoverano quelli a 165 terrecotte, 122 vasi esposti e 195 nei depositi, includendo essenzialmente reperti corinzi, attici, apuli (Raccolta Cumana, Collezioni Spinelli, Santangelo e Vivenzio).
Dalle immagini in bianco e nero al video-racconto: sulla pagina Facebook del Mann sarà postato anche un minidocumentario, che sarà presente in mostra, in cui l’archeologo Antonio De Simone ripercorrerà le emozioni del 24 novembre, quando un gruppo di esperti si ritrovò nell’Atrio del Museo per fare la stima dei danni causati dalla scossa della sera precedente.
Per completare la giornata social di ricordo del quarantennale del terremoto, condivisione congiunta di post con la Reggia di Caserta: alle ore 13, il Mann proporrà alcune immagini del nuovo allestimento di Terrae Motus, mentre la Reggia, allo stesso orario, presenterà gli scatti dell’Archivio Fotografico del Museo.
Sensibilità, culto della storia e valore della memoria sono valori che rappresentano un terreno comune di cooperazione interistituzionale: previste nuove forme di collaborazione, tra l’Archeologico e la Reggia, in occasione della mostra “19.34”.
Nella gallery che segue i danni subiti dal Museo Archeologico Nazionale durante il terremoto del 1980: