Covid e povertà: dalle Acli di Napoli un piano straordinario di sostegno ai senza fissa dimora
NAPOLI. Le Acli di Napoli promuovono un piano straordinario per la consegna di viveri e beni di prima necessità ai senza dimora, che nel solo capoluogo campano sono più di duemila.
Un vero e proprio esercito di diseredati che, nel periodo più difficile dell’anno, vede aumentare, con le limitazioni della nuova zona rossa, l’incertezza delle proprie necessità alimentari in un vissuto già messo quotidianamente a dura prova.
Tra i volontari scesi in strada anche l’artista M’Barka Ben Taleb, cantante, musicista ed attrice di origini tunisine, già tra i protagonisti del film “Passione” di John Turturro e con all’attivo importanti collaborazioni con Eugenio Bennato, Tony Esposito, Pietra Montecorvino, Gigi Finizio, ritratta dal fotografo Pasquale Mallardo.
«Restare a casa – spiega Pasquale Gallifuoco, responsabile Acli con delega alla povertà – è sicuramente il modo migliore per fermare la pandemia, un gesto di grande responsabilità. Eppure non tutti possono farlo. C’è purtroppo qualcuno che una casa in cui restare non ce l’ha.
«Siamo fortemente impegnati – aggiunge – nel recupero del cibo e nella redistribuzione di quella parte di produzione in eccesso che andrebbe distrutta, e che invece, grazie al nostro operato, garantisce ai senza dimora un buon pasto quotidiano».
L’entrata della Campania in fascia rossa si tradurrà letteralmente in un morire di fame e di freddo, che per gli indigenti non è un semplice modo di dire. Infatti, con la chiusura dei punti di ristoro alimentari, ristoranti, pizzerie, bar e laboratori di rosticceria e tavola calda verrà meno la possibilità di offrire un minimo di sufficienza alimentare ai bisognosi con l’azione messa in campo da Acli provinciale di Napoli contro lo spreco alimentare dal 2018.
Dalla sede provinciale di Napoli si precisa che i servizi di Caf e patronato verranno comunque garantiti all’utenza con la consueta disponibilità. Forte l’appello di Maurizio D’Ago, presidente delle Acli provinciale di Napoli alle istituzioni locali, Regione Campania e Comune di Napoli.
«Non si muore solo di Coronavirus – dice – ma anche di freddo e soprattutto di fame. Da qui un grido d’allarme per richiamare l’attenzione sui i tanti soggetti a rischio per i quali negli scenari che si vanno aprendo (anche se dovremmo dire “che si vanno chiudendo”) non potremo più garantire lo svolgimento della nostra azione solidale».
«Sollecitiamo tutte le istituzioni – conclude – ad avviare ogni forma di attività possibile finalizzata a garantire l’aiuto ed il sostegno concreto alle fasce più martoriate e pure meno ascoltate in quanto troppo spesso invisibili per la classe politica».