La moda e l’abbigliamento nell’antica Pompei: la tunica era la veste base dei pompeiani
POMPEI. Anche nell’antica Pompei si seguiva la moda in fatto di vestiario e di abbigliamento. Ma come ci si vestiva nell’antichità? L’attenzione che Pompei ha dedicato alla moda e, in particolare, all’abbigliamento e ai suoi accessori – spiegano gli esperti del Parco Archeologico di Pompei – non è molto diversa da quella dei nostri giorni.
Per le donne, fra i più antichi capi d’abbigliamento c’era il subligar, una fascia di lino che veniva annodata in vita per coprire il basso ventre, oppure a sostenere il seno, detta in questo caso mammillare.
Al di sopra si indossava la tunica, la veste base dei Pompeiani usata in tutte le occasioni della vita pubblica e privata. Poteva essere di lana o di lino, a seconda delle stagioni, formata da un rettangolo aperto sul fianco, trattenuto sulle spalle da fibule. Le donne usavano due cinture, una sotto il seno e un’altra sui fianchi.
L’ornamento più comune della tunica era il clavus, una fascia purpurea che scendeva dalle spalle per arrivare fino all’orlo inferiore e che costituiva un segno di privilegio.
Sulla tunica le donne indossavano la stola, una veste di stoffa ricca di pieghe e ricamata. Quando le matrone si mostravano in pubblico dovevano coprirsi il capo con un lembo della stola, come simbolo di virtù e di pudore femminile.
Come per le donne, anche per gli uomini la tunica era la veste più diffusa e utilizzata nelle varie occasioni di vita pubblica e privata. La versione maschile era a maniche corte e si fermava al polpaccio.
Sopra la tunica gli uomini indossavano la toga, l’abito per eccellenza, costituita da un’ampia e pesante stoffa di lana, fermata sulle spalle da fibule, che veniva drappeggiata intorno al corpo.
La toga candida, tessuta con lana appositamente candeggiata, veniva usata da coloro che aspiravano alle cariche pubbliche, da cui il termine attuale “candidato”. La toga praetexta veniva invece portata, oltre che dai fanciulli fino ai 17 anni, anche dagli altri magistrati, da alcuni sacerdoti, dai consoli e dagli edili.