L’artista Giulio Paolini firma la holding page del progetto Pompeii Commitment
POMPEI. Pompei, 79 d.C. Dal Vesuvio si innalza un cumulo di ceneri e lapilli, tutte le materie vibrano e si trasformano: si apre un multi-verso e Pompei non esiste più.
Pompei, 1748: l’antica città viene dissotterrata, rientrando, poco a poco, nel nostro universo. Pompei, 2020: essa non è stata ancora completamente riscoperta mentre si parla di nuove, possibili, fini del mondo.
Intanto Pompei continua ad aprirsi all’arte contemporanea, nel solco già tracciato negli ultimi sei anni dal direttore generale Massimo Osanna e questa volta facendosi aiutare dalle nuove possibilità offerte dalla tecnologia. A partire dal 21 dicembre 2020, infatti, si aprirà il nuovo portale e centro di ricerca digitale www.pompeiicommitment.org.
Costruzione ipotetica e immaginifica, evocata dall’artista Giulio Paolini nel collage (nell’immagine di copertina) realizzato appositamente per la holding-page online, la piattaforma in divenire “Pompeii Commitment” affida agli artisti contemporanei la riflessione sulle molteplici forme di conoscenza suggerite da Pompei, definendo un sapere condiviso che sovverta i criteri della fine e dell’inizio, intrecci la storia con la narrazione, evochi scenari di rigenerazione.
Il progetto “PompeIi Committment. Materie archeologiche/Archaeological Matters” è basato sullo studio e sulla valorizzazione delle “materie archeologiche” custodite nelle aree di scavo e nei depositi di Pompei ed è finalizzato alla costituzione progressiva di una collezione di arte contemporanea per il Parco Archeologico di Pompei.
Sotto la direzione scientifica di Massimo Osanna, direttore generale del Parco Archeologico di Pompei, e a cura di Andrea Viliani, responsabile e curatore del Centro di Ricerca del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea (Crri), con la partecipazione di Stella Bottai e Laura Mariano, il progetto si articola in due fasi.
La prima fase (dall’autunno 2020 all’inverno 2021) prevede la realizzazione di un portale web dedicato, concepito non come uno strumento funzionale o di supporto digitale ma come una vera e propria nuova porta di accesso al sito archeologico.
Attraverso il portale confluiranno documenti, progetti di ricerca, saggi testuali e visivi, podcast audio e video – di cui saranno autori artisti, critici, curatori, scrittori e attivisti contemporanei da tutto il mondo – e che confluirà in una pubblicazione scientifica finale.
Il portale sarà aggiornato quindi come un centro di ricerca diffuso, mobile e plurale, in cui attivare un confronto diretto anche con i vari professionisti del Parco Archeologico (archeologi, storici, antropologi, archeozoologi, archeobotanici e agronomi, geologi, chimici, architetti, restauratori, informatici).
La seconda fase, che avrà inizio nel 2021, prevede l’avvio di un programma di commissione, produzione e presentazione di opere che, progressivamente, costituiranno la collezione d’arte contemporanea del Parco, composta da manufatti, documenti, esperienze degli artisti invitati a riflettere sui molteplici significati della materia archeologica pompeiana.
Nell’immagine di copertina: Giulio Paolini, “Senza titolo (Pompei)”, matita e collage su carta, 35×50 cm. Foto: Luca Vianello, Torino. Courtesy Fondazione Giulio e Anna Paolini, Torino.