Ercolano: la ricostruzione virtuale della Villa dei Papiri è un grande attrattore del Mav
ERCOLANO. Secondo la nota casa editrice internazionale di guide turistiche Lonely Planet, l’antica Herculaneum è una delle nove città perdute più affascinanti del mondo, una città nobile abitata dai membri della famiglia imperiale, una miniera d’oro per gli archeologi, ancora tutta da scoprire.
Di tutta questa bellezza ne è ampia testimonianza la Villa dei Papiri, una delle più grandi e sontuose residenze romane, riportate alla luce dagli scavi di epoca borbonica, tra il 1750 ed il 1764.
La sua ricostruzione virtuale è un grande attrattore del Mav, in quanto la Villa si estende sotto l’attuale centro abitato, a circa 30 metri di profondità, e arriva fino al mare.
Oltre alla straordinaria raccolta di opere d’arte, lo scavo della villa ha restituito una ingente biblioteca di papiri con testi greci e latini.
L’esplorazione avvenne attraverso una rete di cunicoli che furono scavati nel duro banco di roccia vulcanica, sotto la direzione dell’ingegnere svizzero Karl Jakob Weber, il quale realizzò anche un’accuratissima mappa della villa, che ancora oggi è in gran parte sepolta.
Villa dei Papiri fu la residenza estiva di Lucio Calpurnio Pisone, suocero di Giulio Cesare e letterato, che proteggeva poeti e filosofi. Egli fece costruire presso la sua residenza, e per volere del filosofo Filodemo di Gadara, una biblioteca che rappresentò uno dei più importanti luoghi culturali del tempo.
Qui dai primi scavi del 1752 gli archeologi hanno recuperato circa 2000 rotoli di papiro che potrebbero restituirci aspetti ancora sconosciuti dell’antica storia romana.
Ma la speranza degli studiosi e dei linguisti greci e latini è che fra i papiri di villa Pisone possa essersi conservata, sotto lo strato di fango, anche l’ultima copia esistente della “Storia di Roma” di Ennio, un’opera di cui se ne conosce solo una parte, e il cui ritrovamento potrebbe contribuire alla riscrittura dell’intera storia di Roma.
È stato possibile recuperare i papiri perché la carbonizzazione dei documenti non avvenne per il calore della lava, ma per un processo di mineralizzazione favorito dal materiale che sommerse Ercolano nel 79 d.C.
Il Museo Archeologico virtuale di Ercolano, secondo le disposizioni del Dpcm del 3 novembre 2020 per la prevenzione della diffusione del contagio da coronavirus, è chiuso dal 5 novembre 2020 fino a nuove disposizioni.
E in attesa della prossima riapertura, l’invito è quello di visitare il museo Mav via web e di condividere sui social le molte iniziative promosse, per mantenere sempre accesa la fiamma della conoscenza, nel desiderio di far parte di quella grande comunità culturale che non dimentica mai il proprio passato.