Pompei, restaurate le colonne della Casa del Fauno: recuperato l’atrio tetrastilo della domus
POMPEI. Continuano i lavori di restauro al Parco Archeologico di Pompei. Dopo anni di vicende travagliate si procede al restauro delle colonne dell’atrio secondario della Casa del Fauno, una delle abitazioni più grandi e sontuose della città antica situata nella Regio VI, 12. 1-8.
Occupa un intero isolato estendendosi su una superficie di circa 3.000 metri quadrati ed ospita il famoso mosaico della Battaglia di Alessandro contro Dario III di Persia ad Isso 333 a.C. oggi conservato in originale al Museo Archeologico di Napoli.
La casa è stata colpita durante i bombardamenti aerei del settembre ‘43 e ha subito numerosi danni. Due bombe precipitarono sull’abitazione e una di queste colpì l’atrio che conduceva alla zona privata della casa, radendo al suolo tre delle quattro colonne corinzie in tufo dell’atrio.
Nel 1946 si procedette alla ricostruzione di queste secondo gli usi dell’epoca, utilizzando grappe in ferro e malte cementizie che successivamente non si rivelarono materiali idonei ai fini della conservazione.
Anche nel 1980, successivamente al disastroso terremoto, furono effettuati lavori di conservazione sulle colonne, ma anche questi procedimenti si rivelarono estremamente dannosi.
I recenti lavori di restauro hanno permesso di recuperare in maniera integrale l’atrio tetrastilo intervenendo con procedure idonee secondo i dettami del restauro dell’antico e del moderno.
Sono dunque stati rimossi tutti quegli elementi non più idonei e che anzi nel tempo avrebbero causato ulteriori danni alla conservazione (elementi metallici, stuccature cementizie e malte di restauro non più capaci di sostenere le varie parti) per sostituirli con nuovi materiali di restauro più stabili e duraturi.
Su tutte le colonne, infine, per salvaguardare i materiali originali in pietra, stucco ed intonaco (già consumati dal vento e dalle piogge) sono state eseguite operazioni di pulitura, trattamento biocida, stuccatura, consolidamento, protezione.
«Si tratta di un importante intervento, atteso da anni – dichiara Massimo Osanna, direttore generale ad interim del Parco archeologico – che consente di restituire alla pubblica fruizione un altro ambiente di questa prestigiosa dimora, che reca in sé la testimonianza di un capitolo drammatico di Pompei, quello del bombardamento. Come testimoniato anche dai resti degli ordigni conservati, allo scopo, nell’atrio».
«Un intervento complesso di consolidamento – aggiunge – che ha inteso risolvere in maniera radicale il restauro delle colonne, per lunghi anni lasciate in condizioni conservative precarie. Ma anche una operazione di riqualificazione e di recupero estetico, realizzata uniformando e integrando i materiali di restauro».